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Tripla identità
Fondamentalmente "Tripla identità" è un film d'amore. L'amore di Frank (John Simm, "Human Traffic") per Miranda (Christina Ricci, la piccola Wednesday de "La famiglia Addams") che un giorno gli appare, come piovuta dal cielo, nella biblioteca dove lavora come commesso. È amore a prima vista per il giovane ed ingenuo Frank che decide, sin dalla prima apparizione, che quella ragazza bruttina ma così sensuale e provocante sarà la donna della sua vita.
L'esordiente regista Marc Munden dopo una lunga esperienza televisiva con diverse mini serie tra le quali un adattamento di Delitto e Castigo, ci propone una storia di truffe e mascheramenti, di vittime e carnefici che si scambiano le parti, di personaggi tinti nel grottesco caratterizzati da atteggiamenti ed azioni che forzano un sorriso ma niente di più. Con un montaggio creativo, a comprova di un lodevole intento innovativo, che però non riesce ad imprimere un giusto ritmo al film, il regista ci racconta la vicenda della doppia identità di Miranda (in effetti non si comprende quale sia la terza identià, tant'è che il titolo originale del film è semplicemente "Miranda") abile truffatrice con un passato oscuro che dapprima abbindola Frank ma che poi finisce per farsi irretire dalla sua semplicità e dalla sua linearità di bravo ed onesto ragazzo. In mezzo a loro due personaggi dai dubbi contorni: Christian (John Hurt) una sorta di padre putativo di Miranda che sfrutta le doti della ragazza per architettare raggiri e Nailor uno dei truffati completamente soggiogato dal fascino della ragazza. Il personaggio di Nailor è forse una delle cose migliori dell'opera. Interpretato da Kyle Maclachlan, uno degli attori preferiti da David Lynch, con il quale ha lavorato in "Dune", "Velluto Blu" e nella nota serie televisiva "Twin Peaks", Nailor ha qualcosa che ricorda i personaggi di Lynch. Esagerato, bizzarro, assurdamente strambo fino all'insensatezza, Maclachlan gli imprime il giusto piglio e una saggia dose di autoironia. Caratteristiche che addolciscono i tempi lenti dell'opera ulteriormente inceppati dai frequenti monologhi di Frank che dopo un pò, francamente, finiscono per annoiare.
Come detto all'inizio, "Tripla identità" è un film d'amore, e la fine scontata lo orienta ulteriormente verso i lidi del sentimentalismo anche smielato. Il taglio noir dell'opera si percepisce appena ed è comunque stemperato in una vena ironica che con alterne fortune attraversa tutta l'opera. Alla fine le perplessità sono maggiori delle (positive) certezze.
Daniele Sesti
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