FilmUP - Recensione: Tricks

Tricks
In una cittadina della provincia polacca Elka e il suo fratellino Stefek aspettano un treno.
L'uomo seduto su quella panchina a pochi metri da loro potrebbe essere quel padre che non vedono da tanto tempo, e forse che non hanno visto mai. Assomiglia a quella foto che hanno sempre con loro. Si potrebbe andare lì e chiederglielo direttamente: "Sei tu il nostro papà?", ma se c'è un destino, se un'azione deve avverarsi, se una verità deve rivelarsi, lo farà da sola. Non bisogna mai interferire, al massimo si può utilizzare qualche trucchetto (gli sztuczki del titolo) per far pendere il destino verso i propri desideri. Questo è il pensiero di Elka.
Dondolando abilmente tra commedia e dramma (solitudine, necessità di sopravvivere, responsabilità e frustrazione delle ambizioni), Andrzej Jakimowski scrive e dirige una storia originale e complessa. Il rapporto col destino, aspetto centrale della pellicola, viene affrontato partendo da un punto di vista piccolo, quello di due ragazzi, e proprio per questo riesce a scavare radici più profonde di tanti trattati (e film) filosofici. Ne esce un film a tema che risulta comunque spontaneo, mai artificioso nella presentazione dei propri snodi narrativi e concettuali.
I treni come strumento per scandire la quotidianità e costruire quella macrostruttura malinconica che i protagonisti vogliono cercare di cambiare. Il sacrificio come pegno da pagare, fosse anche quel posto di lavoro per cui ci si è impegnati tanto e che avrebbe potuto rappresentare un punto di arrivo. Ma è davvero così che va affrontata la realtà? Con quel dialogo finale nato stavolta dalla volontà di mettersi in mezzo alla storia e non dietro a nessun vetro, Jakimowski sembra volere affermare di no.
Azzeccato e ben diretto tutto il cast, a partire dal piccolo Damian Ul. Presentato alle Giornate degli Autori del 64esimo Festival del cinema di Venezia, Sztuczki si candida senza dubbio ad essere un vincitore della propria sezione.

La frase: "Potresti sacrificare i tuoi orecchini".

Andrea D'Addio

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