Tre tocchi
Un tempo si parlava di “Sei personaggi in cerca di autore”, famosa opera teatrale di Luigi Pirandello, ora invece abbiamo sei attori in cerca di un ruolo in un film. Sei vite accomunate dal calcio e dal lavoro di attore che cercano di fare lo stesso provino. A raccontare e descrivere il mondo dell’attore fatto di incertezze e dubbi è il famoso regista, sceneggiatore e produttore Marco Risi che presenta al Festival Internazionale del Film di Roma, nella sezione Concorso, la sua nuova fatica: “Tre tocchi”. I protagonisti della storia sono Massimiliano, Gilles, Antonio, Vincenzo, Emiliano e Leandro che cercano di trovare la strada per il successo e al tempo stesso devono tenere insieme la loro vita che va in pezzi. Sono uomini accomunati da due passioni: il calcio, da qui il nome del film dato che “tre tocchi” è un termine calcistico e l’arte dello spettacolo, un lavoro decisamente precario fatto di sogni e speranze, illusioni e delusioni. Massimiliano ad esempio scopre di essere diventato troppo vecchio per fare il provino che tanto desidera e improvvisamente qualcosa dentro di lui si rompe, così torna in Basilicata. Qui osserva il mondo che ha lasciato e alla fine decide una nuova strada sposandosi con la figlia di un ricco albergatore. Gilles da parte sua è un attore di soap opera amato dalle donne, soprattutto dalle ragazzine, è bello e sicuro di sé, ma anche lui in realtà è debole e per riuscire a superare le sue paure finisce nel tunnel della cocaina. Antonio invece vive con una donna molto più grande di lui che lo mantiene e nel frattempo studia recitazione. Decide però di cambiare pagina e affrontare il provino senza l’aiuto di nessuno. Vincenzo da parte sua si mantiene cantando in un ristorante e passa il tempo libero ad assistere il padre in ospedale. La rabbia per la situazione precaria in cui si trova lo porta a diventare sempre più violento e aggressivo. Emiliano lavora come facchino in un grande albergo sgattaiolando nelle stanze di tanto in tanto per sognare ad occhi aperti sul proprio futuro, ogni tanto lavora come doppiatore, ma rifugge dalla realtà per il sogno. Infine c’è Leandro, che torna a Napoli per rappresentare il suo spettacolo incentrato sulla figura del trans Jennifer, ma soprattutto per risolvere una situazione del passato lasciata in sospeso. Sei vite che si incontrano solo sul campo da calcio dato che tutti fanno parte dell’ItalianAttori, la squadra di calcio formata da personaggi del cinema italiano che raccogliere fondi per opere di beneficienza. Sono racconti frammentati, spezzoni importanti che il regista ha veramente ascoltato dai vari membri della squadra di cui fa parte ossia appunto dell’ItalianAttori. Sono testimonianze obiettive di vita, tese a descrivere e a mostrare le condizioni di vita degli attori, che combattono ogni giorno contro le loro frustrazioni, paure e vizi, ritrovandosi spesso a scimmiottare i modi di fare delle grandi stars.
Sebbene le intenzioni siano buone e l’idea di fondo sia buona, manca una sceneggiatura forte che permetta al film di strutturarsi in maniera corale. Così ci si trova di fronte ad un risultato deludente, dove tutto è frammentato, anche in maniera eccessiva, tanto da essere forse inconcludente. I personaggi seppur ben costruiti e sfaccettati non emergono perdendo di originalità anche forse a causa del ritmo eccessivamente lento.
La frase:
"Mi sono iscritto ad una scuola di danza, andavo a rubare per pagare la scuola".
a cura di Federica Di Bartolo
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