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Tra cinque minuti in scena











La vita - a differenza degli spettacoli - non sempre prevede prove e interruzioni, il più delle volte è "buona la prima". Titoli di testa (e chiusura) sul fluttuante pulviscolo di palcoscenico illuminato dal fascio di luce di un faretto, poi apertura sul volto di un'anziana ad occhi chiusi e bocca aperta, dormiente o in sofferenza: due le dense immagini che introducono all'esordio nel lungometraggio di finzione di Laura Chiassone. Variegato percorso artistico il suo, composto da corti, videoclip musicali, pubblicità, documentari e non a caso confluito, qui, in una miscela di scrittura drammaturgica e testimonianza, cinema e teatro, commedia e sofferenza emotiva.
L'espressione "Tra Cinque minuti in scena" sottende, infatti, tutto ciò che succede prima e prepara al debutto di una rappresentazione, la quale dà una sublimazione comica alla centrale, dolente vicenda analoga in corso nella realtà filmica, in un continuo rimando l'una all'altra. Ed entrambe sono basate su un rapporto capovoltosi, con donna di mezza età - senza compagni e figli - che ora deve prendersi cura della madre, non più autosufficiente.

In una irriconoscibile e personale Milano, una rispettosa macchina da presa osserva le dinamiche tra Anna e Gianna Coletti, nella parte di sè stesse. La prima ha lavorato e si è tanto sacrificata per lanciare nel mondo dello spettacolo la seconda, sua figlia, investendola di propri sogni e aspettative ("quando diventerai famosa mi comprerai una villa al mare"). E' sicura di amarla al massimo grado, ma non sa se il sentimento sia ricambiato, e si comporta un po' da lamentosa bambina viziata, come quando respinge tutte le badanti. Il dialogo tra loro si è impoverito ("avevi mille argomenti, una volta"), spesso costretto sui problemi di degenza domestica, ma il lascito finale è un tenero bagaglio di ricordi privati, con vecchie fotografie in bianco e nero e giocose registrazioni audio di scambi di battute dell'ultimo periodo trascorso insieme.

La frase:
"Di solito, una donna ha la vendetta pronta".

a cura di Federico Raponi

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