The truth about Charlie
Sciarada (1963) è stato una sorta di commedia / thriller non certo epocale, ma ben costruita e con due degli interpreti più grandi che Hollywood abbia mai avuto: Cary Grant e Audrey Hepburn. A questo punto sorge spontanea la domanda: perché un remake?
Jonathan Demme (Il silenzio degli innocenti) decide così di lanciarsi in questa impresa stravolgendone il copione (per dirne una stavolta è lui che si innamora di lei) ed usandolo per omaggiare un cinema che lo ha sempre affascinato: quello francese, soprattutto la "nouvelle vague" di Truffaut, Godard e Chabrol, ma, a parte che ormai i tempi non sono più quelli, un film con personaggi così poco credibili lascia decisamente perplessi. Alla base del tutto manca sempre la sensazione di pericolo che invece dovrebbe contraddistinguere un thriller, sembra che tutti i protagonisti siano in fondo dei "buoni" e che nessuno sia veramente disposto a compiere azioni efferate.

Regina (Thandie Newton / "MI: 2") torna a Parigi da un viaggio ai Carabi solo per trovare la casa svuotata ed il suo novello sposo cadavere. L'uomo non solo ha venduto tutto per partire alla volta del Sudamerica, ma si scopre possedere almeno altre quattro identità di cui Regina non è mai stata a conoscenza.
Bastano poche ore a Regina per scoprire che i soldi del marito non sono "solo" un milione e mezzo di dollari, ma sei ed interessano a molte persone: Lewis Bartholomew (Tim Robins) della sicurezza americana, il comandante Dominique (Christine Boisson) della polizia francese, un trio di mercenari ex colleghi del marito ed un misterioso ed affascinante "buon samaritano": Carson Dyle (Mark Wahlberg).
Sarebbe facile potersi liberare dei soldi per levarsi i mastini di dosso, ma purtroppo Regina non ha idea di dove sia il malloppo e i cacciatori sono ostinati.

Il fascino di Parigi, una musica coinvolgente, un Tim Robbins sempre magnetico ed una buona regia, con un montaggio a volte geniale, non bastano ad arginare uno script piatto ed inconsistente.
In sintesi un film intrigante, ma fiacco.

Curiosità: il personaggio di Lola ha questo nome come omaggio Tom Tykwer ed al suo Lola corre, uno dei film preferiti di Demme a cui si è ispirato per questo lungometraggio.

La chicca: Peter Stone, lo sceneggiatore di Sciarada è stato talmente contrario a questo remake che ha fatto cambiare il suo nome nei credits in Peter Joshua, il nome del personaggio interpretato da Cary Grant nell'originale.

Indicazioni:
Per chi ha apprezzato le atmosfere di Frantic.

Valerio Salvi

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