The one and only
Le elucubrazioni mentali di un montatore di cucine sull'esistenza o meno del colpo di fulmine si rivelano, alla fine, corrette. Ma prima di arrivarci e riuscire a conquistare Stevie (Justine Waddel), oggetto del suddetto coup de foudre - la moglie delusa di un calciatore spagnolo - italiano nella versione originale -, Neil (Richard Roxburgh), il montatore, deve passare per la morte - improvvisa quanto bizzarra - della sua compagna, l'adozione di una bimba del Burkina-Faso e la redenzione sentimentale del suo miglior amico dedito fino a quel momento all'amore fugace consumato dietro i banconi delle zuppe di un supermercato notturno.
Girato a Newcastle - ottima ambientazione di cui il regista sembra conoscere i più intimi risvolti - "The One and Only" è una commedia divertente "con un cervello" come giustamente la definisce il suo sceneggiatore Peter Flannery che ha adattato un film danese ("Den eneste ene") del 1999.
Realizzato dal regista inglese Simon Cellan Jones ("Voices" la sua opera prima del 2001), il film si avvale di un'ottima scrittura che riesce ad enfatizzare i momenti più seri pur rimanendo sempre in un ambito divertente ed umoristico. Cellan Jones mostra una buona capacità di muovere la macchina con movimenti ariosi e sempre alla ricerca di inquadrature originali che risultano piacevoli ed interessanti grazie al buon colpo d'occhio che lo contraddistingue. Alcune sequenze, in particolare, segnalano l'indole positivamente stravagante di Cellan Jones. Valga per tutte la scena dello strambo balletto sui tetti di Neil e Mgala (la piccola bambina africana di cui tutti i personaggi storpiano, freudianamente, il nome).
L'opera è sorretta anche dalla buona recitazione degli attori, tutti con una estrazione teatrale, la cui bravura si nota nella capacità di mantenere una giusta misura tanto nelle situazioni comiche quanto in quelle più riflessive. Una menzione particolare la merita Patsy Kensit ("Absolute beginners") impegnata in un ruolo scanzonato e fuori dalle righe che rende con piacevole disincanto.
Un buon film, condito dalle buone musiche di Gabriel Yared.

Daniele Sesti

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