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The Obscure
Quando ci si appresta a vedere un film orientale, si sa che per riuscire ad apprezzarne il significato bisogna entrare nella loro filosofia di tempo e spazio, dimenticarci i ritmi frenetici della nostra cultura per assumere un atteggiamento di placidità interiore.
Ma nemmeno dopo corsi di Yoga e training autogeno si riesce a capire il significato del film “Xiaoshuo – The oscure” presentato alla 64ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, nella Sezione Orizzonti.
Il film è diretto dal regista cinese Yue Lu, già direttore della fotografia del film nominato all’Oscar nel ’96, “La triade di Shangai” con Gong Li. Dopo aver vinto al Locarno Film Festival nel ‘98 con “Zhao xiansheng”, è ora alla sua terza pellicola da regista.
Il primo fotogramma inquadra un signore seduto ad un tavolo che esprime le differenze tra la poesia classica cinese e quella occidentale, la poesia stessa e la canzone. Fin qui tutto bene, dice anche delle cose interessanti che potrebbero insegnare qualcosa a molti di noi. Il problema è che dopo di lui altri iniziano a rispondere e discutere la sua tesi. Si scoprirà dopo che sono scrittori riuniti in una sorta di seminario. Tutto questo dura per circa mezz’ora. Però è interessante notare come si capisce bene la personalità di ogni partecipante e il genere letterario che trattano da una singola frase.
Nel frattempo si intravede nel sottofondo una ragazza con una giacca rossa che serve il te e si preoccupa che tutti i partecipanti siano a proprio agio. Dopo i primi trenta minuti finalmente usciamo dalla sala delle discussioni, la ragazza incontra qualcuno, si capisce che lo conosce e non lo vede da tempo, forse era innamorata di lui tanto tempo fa??? Sembra che la trama possa farsi interessante e smuovere i nostri sensi ormai assopiti... e invece no, altri trenta minuti di conferenza, questa volta si parla del denaro, quanto possa essere utile ad uno scrittore, se sia necessario essere poveri per poter scrivere meglio oppure se è meglio scrivere per poterlo avere.
Poi finalmente la svolta, lei e lui si incontrano, si divertono... succederà qualcosa tra di loro? A rispondere il coro degli scrittori che uno per uno enunciano la propria tesi sul seguito della storia.
Potrebbe sembrare che in queste mie parole abbia svelato tutto il film, ma in effetti così non è. Il fatto è che la pellicola potrebbe essere guardata sotto diverse angolazioni e come qualsiasi argomento filosofico possedere mille sfaccettature. Sia il filo narrativo che gli argomenti espressi dagli scrittori potrebbero avere mille connessioni diversamente interpretabili da ognuno in modo diverso. D'altronde non è forse questa la caratteristica dell’arte contemporanea?
Monica Cabras
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