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L'albero della vita
"The Fountain" è una di quei film che hanno la tendenza a dividere, se piace si urla al capolavoro, se non piace lo si stronca pesantemente. Sono opere troppo estreme per lasciare indifferenti o, comunque, per riuscire a darne un giudizio distaccato. Soprattutto in queste frenetiche giornate di Festival, dove la quantità di film è enorme e il tempo per poterci ragionare bene è pochissimo.
La storia racconta l'odissea millenaria di un uomo per salvare la donna che ama. Il suo epico viaggio ha inizio nella Spagna del XVI secolo, dove il conquistador Tomas Creo inizia la sua ricerca dell'Albero della Vita, una pianta leggendaria che si racconta possa donare la vita eterna, a chi beva la sua linfa. Nella nostra epoca è uno scienziato, Tommy Creo, che cerca disperatamente una cura per il cancro che sta uccidendo la sua amata moglie Izzie. Ed infine è un astronauta nel XXIV secolo.
Questi tre piani temporali si intrecciano continuamente. E' la versione futuristica a rivivere la sua vita come Tommy e questo attraverso la lettura di un libro scritto da Izzie, si trasforma nel conquistador Tomas.
Il racconto dell'amore che lega Tommy e Izzie è raccontato con dolcezza e emozione. L'incapacità di Tommy ad accettare la prossima morte della moglie è toccante, l'accanimento terapeutico che gli impedisce di godere degli ultimi istanti di vita di Izzie, struggente. La sua lotta è vana, e lungo il viaggio che lo porterà a prendere coscienza della nostra mortalità, del naturale ciclo della vita, fatto da nascita, morte e rinascita.
Questa presa di coscienza passa, però, attraverso visioni new age, che sembrano uscite da un video di Peter Gabriel: Hugh Jackman che levita tra le galassie in posizione yoga, visioni psichedeliche che si intrecciano… Tutto questo disorienta.
Ma anche elementi di sceneggiatura più elementari vengono risolti utilizzando espedienti banali: il passaggio da un'epoca all'altra è risolto, da una parte con la lettura di un libro e dall'altra mangiando una parte dell'albero di Izzie. Dal regista di "Pi - Il teorema del delirio" e "Requiem for a Dream" ci saremmo aspettati qualcosa di meglio, dopo sei anni di attesa.
Una nota di merito va agli attori, in particolare Hugh Jackman, intensissimo.
La frase: "Anche l'ombra più scura è minacciata dalla luce".
Elisa Giulidori
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