The Five-Year Engagement
Lei, cattolica e con le fattezze della Emily Blunt di "Wolfman" (2010), è la giovane laureata Violet, aspirante al dottorato.
Lui, ebreo e incarnato dal Jason Segel che, oltre a essere già stato al servizio del regista Nicholas Stoller per "Non mi scaricare" (2008), è qui anche co-sceneggiatore insieme allo stesso, svolge l’attività di cuoco.
Conosciutisi a una festa di Capodanno in cui l’uno era travestito da Super coniglio e l’altra da Lady Diana, decidono tempo dopo di sposarsi; senza immaginare, però, di dover rimandare continuamente la data della cerimonia nuziale, ogni volta per un diverso motivo, ritrovandosi, quindi, a essere fidanzati da cinque anni.
Un’idea di partenza piuttosto esile ed esclusivamente volta a dare il via al tormentato percorso sentimentale della coppia che, ovviamente non privo d’imprevisti, finisce per tirare in ballo, strada facendo, anche un professore cui concede anima e corpo il Rhys Ifans di "The amazing Spider-man" (2012).
Percorso sentimentale che provvede ad aggiungere un altro tassello alle commedie riguardanti il matrimonio o, comunque, la difficile vita coniugale, nella filmografia di produttore dell’autore di "40 anni vergine" (2005) Judd Apatow; comprendente già, tra gli altri, "Le amiche della sposa" (2011) di Paul Feig e "Nudi e felici" (2012) di David Wain.
Due titoli tutt’altro che memorabili, sebbene il primo avesse addirittura ottenuto le candidature al premio Oscar nelle categorie relative a sceneggiatura e attrice non protagonista, e rispetto ai quali la pellicola di Stoller non risulta affatto più riuscita.
Infatti, tra vasta varietà di personaggi di contorno piuttosto inutili e situazioni come quella in cui una ragazzina si trova a maneggiare pericolosamente una balestra, se ridere, nel corso delle circa due ore di visione (decisamente troppe), si rivela un’impresa quasi impossibile, anche il cuore non sembra scaldarsi mai.
E quest’ultimo non può rappresentare che un aspetto negativo, considerando che stiamo parlando di una commedia romantica.
Ma noiosa e per nulla coinvolgente, oltre che caratterizzata da uno scontatissimo finale, nonostante lo spettatore venga depistato più volte prima di arrivarvi.
La frase:
"La prima cosa importante da ricordare sul matrimonio è che richiede grande equilibrio, la seconda cosa importante è che per sposarsi bisogna essere davvero degli squilibrati".
a cura di Francesco Lomuscio
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