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The Breed - La razza del male
I seguaci irriducibili del cinema della paura sanno benissimo che il termine "eco-vengeance" viene usato per indicare quel sottogenere dell'horror, particolarmente in voga negli Anni Settanta, comprendente tutti i titoli che, spesso a metà strada tra le vicende ad alta tensione e le storie avventurose, hanno per protagonisti degli animali assassini o, comunque, resi tali dalle sciagure operate dall'essere umano. Un filone, quindi, che ha avuto modo di regalarci veri e propri capolavori riconosciuti (Lo squalo) e non (Tentacoli), ma anche autentiche aberrazioni cinematografiche (Frogs), oltre a riservare uno spazio, ovviamente, a quello che tutti siamo stati abituati ad intendere come il miglior amico dell'uomo: il cane (Dogs - Questo cane uccide, Rottweiler - Cani assassini).
Ora che, soprattutto nel mercato dei dvd, l'eco-vengeance sembra essere tornato di moda, grazie anche ai prodotti della Nu Image (basterebbe citare la serie Shark attack), il pluriosannato Wes Craven, quasi sempre marchio di garanzia per chi è alla ricerca di spaventi su celluloide, presenta "The breed - La razza del male", esordio registico per il suo addetto alle seconde unità Nick Mastandrea, la cui trama, definita da qualcuno come un incontro tra "Gli uccelli" (1963) di Alfred Hitchcock ed il "Cujo" (1983) kinghiano, non può fare a meno di richiamare alla memoria "Il branco" (1977) di Robert Clouse, con un gruppo di persone, nel bel mezzo di un'isola, assediato da inferociti cani randagi. Ma, quella che sulla carta si lasciava immaginare come una interessante operazione nostalgica sulla falsariga del remake, se intriga fin dai primi minuti di visione, grazie ad una vittima che, senza perdere tempo, il regista getta in pasto ai quadrupedi non appena terminati i titoli di testa, comincia a deludere le aspettative del fan di vecchia data dal momento in cui veniamo a scoprire che i cinque protagonisti (due ragazze e tre ragazzi) non sono altro che i soliti compagni di college americani un po' scemetti, i quali, intenti a trascorrere un week - end di festa, pensano solo a parlare di sesso ed a dedicarsi volentieri all'assunzione di alcool, nell'attesa di essere sbranati.
Tra poco adeguata colonna sonora pop-rock ed una sottotrama riguardante il perenne contrasto tra i fratelli Matt (Eric Lively) e John (Oliver Hudson), originalità e tensione sembrano scarseggiare, tanto che una delle sequenze che maggiormente rimangono impresse nella memoria, neanche eccezionale, è quella in cui Nicki (la Michelle Rodriguez di Resident evil) si trova circondata dai "mostri canini" mentre cerca eroicamente di prendere l'automobile. E, sebbene lo script ad opera dell'accoppiata formata da Robert Conte e Peter Martin Wortmann tenda a lasciare in sospeso alcuni fondamentali elementi (è rabbia quella in preda a cui si ritrova Sara/Taryn Manning una volta morsa?), oltre ad attribuire ai personaggi reazioni grottescamente inverosimili, la positiva assenza di artificiosi effetti digitali fa di "The breed - La razza del male" un tipico prodotto estivo, senza infamia e senza lode, volto a ribadire il rispetto che l'uomo dovrebbe mostrare nei confronti degli abbandonabili amici a quattro zampe, anche se, da parte del recensore, il desiderio di scendere con il giudizio al di sotto della sufficienza non è poco, in particolar modo a causa di momenti che finiscono per generare facilmente risate involontarie. Chissà che ciò non sia riconducibile al fatto che i due sceneggiatori si sono occupati in precedenza soltanto di commedie (tra cui Chi è Harry Crumb? con John Candy).
La frase: "Salutatemi Cujo!"
Francesco Lomuscio
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