Texas '46
La vicenda raccontata in "Texas '46" è una di quelle che i libri di storia per molti anni hanno ignorato. Uno dei meriti di questo film è di aver portato alla luce un accadimento storico ai più sconosciuto: quello dei prigionieri di guerra italiani trattenuti nei campi di prigionia americani. Erano più di 500.000 e la maggior parte di essi, a seguito della firma dell'armistizio nel settembre del '43 furono rimpatriati dagli americani a condizione che firmassero una dichiarazione di abiura del fascismo e che aderissero spontaneamente alle truppe ausiliarie italiane.
Lo sceneggiatore Giorgio Serafini, alla sua seconda fatica come regista, racconta la storia di Luigi Manin (Luca Zingaretti) che assieme ad altri 5.000 italiani rifiutandosi di firmare rimangono prigionieri in un campo ad Hereford nel Texas.
Il film, ben girato e caratterizzato da un montaggio originale e ben congegnato, si divide sostanzialmente in due parti. Nella prima assistiamo alla dura vita dei prigionieri, ai quali per convincerli a firmare vengono ridotte le scorte di cibo nel tentativo di affamarli. Sono scene di gruppo, una coralità di personaggi tipica dei film girati in questi ambienti. Scene drammatiche e di solidarietà che colpiscono per la loro misurata enfasi e la lontananza da qualsiasi retorica. La seconda parte, invece, è del tutto diversa. Nel campo sono rimasti Manin ed il Colonnello Gartner (Roy Sheider). Tutti gli altri italiani sono partiti per il loro paese. Manin, a causa di una delle sue fughe, rimane consegnato nel campo. Tra i due, dopo forti tensioni, nasce un rapporto di collaborazione e di reciproca stima. Nello sforzo comune per la sopravvivenza, sono soli, isolati dal resto del mondo da miglia e miglia di deserto, scaturisce una vicendevole comprensione delle ragioni dell'altro. Manin e Gartner, entrambi vittime di quell'orrore chiamato guerra, mutuano le convinzioni dell'uno e dell'altro, rendendosi conto di essere solo delle piccole pedine di un gioco più grande di loro, voluto da altri.
Serafini mostra la sua bravura anche nel dirigere gli attori fra i quali si eleva un bravissimo Luca Zingaretti (l'ex commissario Montalbano della fortunata serie televisiva tratta dai romanzi di Andrea Camilleri). L'attore italiano sciorina un campionario di espressioni e di sfumature davvero insospettabile e regge benissimo il confronto con vecchio lupo di Hollywood come Roy Sheider ("Lo squalo", "All that jazz"). Tra gli altri attori ricordiamo Vincente Riotta ("Il mandolino del Capitano Corelli") nei panni di uno dei compagni di Manin e Su Cremin, una ragazza americana innamoratasi del capitano italiano.
Un film molto interessante per saperne di più su uno dei tanti aspetti brutali della guerra.

Das

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