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Tentazione Mortale
Ambientato in una New Orleans che non conserva niente della tradizione creola che appare in molti film ambientati sul posto, "Tentazione mortale" si può definire un noir "modernizzato". D'altra parte conserva tutte le caratteristiche del cinema di genere: l'investigatore privato, il mandante, la gelosia, il doppio gioco.
La storia è quella di Charlie Le Blanc (Burt Reynolds), ricchissimo uomo d'affari, che essendo venuto a conoscenza di una malattia che lo ucciderà presto, decide di mettere alla prova la fedeltà della moglie, una giovane ex modella (Saffron Burrows). In un gioco malato, ingaggia Jimmy Malone (Peter Facinelli) un giovane carpentiere e lo paga per far sì che seduca la moglie. Riuscirà il giovane nell'intento? E la moglie rifiuterà le lusinghe insistenti del ragazzo? Il film inizia con una descrizione della palude su cui New Orleans è edificata, e inevitabilmente si impaluda quasi subito. Non mi è sembrata ben delineata questa storia a tre, che poi diventerà a quattro per merito del grande amico di Malone (Mike Starr). Tra l'altro questo personaggio, che sembra soltanto marginale, è come se appartenesse ad un'altra storia che influenza la trama del nostro film ma non è per niente sviluppata (per meglio dire: potrebbe essere il nodo tragico della vicenda, e invece è quasi una macchietta). Anche se la fotografia è rispettosa degli stilemi del noir e la regia non è neanche male, la storia non è così appassionante. Sembra un film che "accade" a blocchi: è come se tutto il racconto fosse slegato. Alcuni degli elementi che dovrebbero creare un'atmosfera misteriosa, sono assolutamente prevedibili, e ben poco possono fare un Burt Reynolds un pò sottotono ed un'affascinante Saffron Burrows, classica "femme fatale".
"Tentazione mortale" è uno dei quei casi in cui la forma tiene (il film, ripeto, è ben girato), ma il contenuto si sgretola piano piano (forse si riscatta soltanto nel finale).
La suspense non è così efficace, la passionalità (tra l'altro il film sembra voglia essere legato da primordiali istinti animali) non è così passionale, ed il legame che lega i vari personaggi non è sufficientemente realizzato.
Alla fine, dispiace quasi vedere un film che poteva avere tutti i mezzi per poter essere almeno coinvolgente, perdersi in una struttura fin troppo macchinosa.
Ed in un processo quasi ideale la palude in cui ci si era persi all'inizio ritorna alla fine, non come filo torbido della vicenda, ma soltanto come un luogo dove ci si è, senza volerlo, impantanati.
Renato Massaccesi
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