Tart
Strumentalizzazione di un nome: Melanine Griffith! Tart, che segna l'esordio alla regia di Christina Wayne (già sceneggiatrice del seguito di "Dirty Dancing") sfrutta il nome della star, ben evidenziato nei credits, che appare per totali cinque minuti di film in un ruolo decisamente di contorno (sarebbe stato più appropriato definirlo "cameo"). Per il resto la "mattatrice", se così si può definirla, è Dominique Swain nota per il remake di "Lolita" e poco altro ("Face Off").

La storia, di un banale sconvolgente, vede la giovane Cat Storm (la Swan) frequentare, nonostante la sua estrazione sociale non brillantissima, uno dei college più prestigiosi di New York. I suoi unici desideri sono di guadagnarsi la stima e l'attenzione delle sue compagne di classe e l'amore di William (Brad Renfro / "Il Cliente" - "Sleepers"). La sola vera amica di Cat è Delilah (Bijou Philips / "Almost Famous") che tenta, inutilmente, di metterla in guardia sulla vera natura dei suoi nuovi amici.
Sedotta e abbandonata da William, allontanata dalla sue nuove "amiche", che la considerano comunque inferiore sia per estrazione sociale, sia per origini (è ebrea), incompresa dai genitori, Cat dovrà imparare a convivere con la dura realtà.

Tutta l'atmosfera è permeata da luoghi comuni: l'alta società non ha valori e si rifugia nella decadenza e nell'egoismo, i ricchi sono tutti dei drogati e dei pervertiti, i genitori non sono quei mostri che potrebbero sembrare, e via discorrendo.
Ogni qualvolta che ci viene mostrata la vita quotidiana dei ragazzi non riusciamo a cogliere nulla di significativo, si ricade sempre nei soliti parametri: rubare in un negozio come rito di iniziazione, scappare dal ristorante senza pagare il conto (Pieraccioni ne "I Laureati" lo faceva con molta più classe e fantasia) per ostentare il proprio potere, "sniffare" cocaina per sentirsi grandi; tutti episodi banali.

Anche la regia non è certo brillante, sequenze piatte, uso della telecamera senza particolari personalismi e scelte non molto innovative, come nell'inizio con la voce narrante fuori campo ed il costante senso di tragedia che aleggia su tutti.

Curiosità: I colori dell'autunno di New York segnano l'inizio della pellicola che si dipana quindi attraverso tutto l'inverno (compreso Natale); peccato che alla fine ci troviamo in una bella sequenza a Central Park in autunno!.

Indicazioni:
Ottimo per un pomeriggio afoso da passare al fresco in un cinema.

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