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Codice: Swordfish
Se cercate un'action-movie decisamente esagerato, "Codice: Swordfish" fa per voi. Presenta alcuni elementi che lo renderanno sicuramente memorabile: il dialogo iniziale nel caffè tra John Travolta e Don Cheadle sulla produzione attuale di Hollywood è indimenticabile (anche per la fastidiosa scelta di messa a fuoco) e la scena della prima esplosione è un vero spettacolo da cineteca. Poco importa se la trama fa acqua in alcuni punti, se Hugh Jackman non ha proprio l'aspetto dell'hacker professionista o se risulta veramente difficile farsi piacere le lunghe scene in cui gli attori digitano sulla tastiera mentre creano un nuovo virus, tra l'atro dare un appeal per lo schermo a bite a flussi di dati è un'impresa quasi impossibile.
Dominic Sena, già regista di "Fuori in 60 Secondi", si sta specializzando in pellicole particolarmente adrenaliniche anche se, come detto, considera la storia un optional. Fotografia dai toni decisamente virati sul giallo, come per dipingere un mondo parallelo a quello reale, tagli di inquadrature molto "sui generis", qualche citazione sparsa ("Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani" per la banca e "L'Uomo nel Mirino" per l'autobus blindato) e protagoniste femminili decisamente "hot", sono gli ingredienti del suo cocktail per sbancare il botteghino.
Gabriel Shear (John Travolta / "Battaglia per la Terra") ha appena ideato il colpo del secolo: rubare i fondi segreti della CIA. Per farlo ha bisogno di un hacker di prim'ordine, meglio se molto motivato: Stanley (Hugh Jackman il Wolverine di "X-Men"). Stanley è in libertà vigilata ed ha perso l'affidamento della figlia; un esagerato quantitativo di denaro potrebbe consentirgli di riottenere la bambina e Gabriel ha intenzione di porgerglielo su un vassoio d'argento anzi sarebbe il caso di dire d'oro. Con l'aiuto di Ginger (Halle Berry la Tempesta di "X-Men") Gabriel convince Stanley, che purtroppo è sotto stretta sorveglianza da parte dell'agente Roberts della DIA (Don Cheadle / "Mission to Mars"). La pressione della polizia costringe Gabriel a modificare i suoi piani, ma si sa le cose fatte in fretta non vanno mai come dovrebbero...
Ricordate la mente crede quello che l'occhio vede e l'orecchio sente, non necessariamente ciò che è vero.
Se alla fine quello che conta è divertirsi e sentirsi coinvolti dal film, l'effetto voluto c'è, certo se si desidera vedere una pellicola di contenuti o un thriller hitchcockiano non è questo il caso. Il cast può lasciare un pò perplessi sia per Jackman, ma soprattutto Sam Shepard ("Paris- Texas") nei panni del senatore Reisman che ricopre uno dei peggiori ruoli della sua vita. Travolta replica la sua performance di "Face Off" in maniera onesta e la Berry sfoggia un sex appeal notevole (anche perché ha talmente poche battute che non potrebbe fare altro).
Curiosità: La macchina cabrio di travolta è una TVR inglese (e si al regista piacciono decisamente le macchine "cattive"); nella maggior parte delle scene l'ha guidata Jackman che per atteggiamento sullo schermo, stile di guida, gusto per le automobili e modi di fare ricorda decisamente il mitico Steve Mc Queen.
Indicazioni: Azione, azione, azione.
Valerio Salvi
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