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Sweet Sweet Marja
In principio fu il cortometraggio "La piantina" di Angelo Frezza e Corrado Calda, vincitore, nel solo 2001, del premio Anica-Nanny Loy al "Mompeo International Corto Festival" e del primo premio alla rassegna "Corti per Roma".
Oggi, dilatato a circa 96 minuti, s'intitola "Sweet sweet Marja" e porta soltanto la firma di Frezza, mentre Calda, oltre a fare da co-sceneggiatore, veste i panni del protagonista Corrado, architetto in disgrazia costretto improvvisamente ad organizzare una cena in casa sua, alla vigilia di ferragosto, per la vendita di un grosso immobile.
Entrano quindi in scena una varietà di assurdi personaggi, dai due soci invitati Giorgio Villari (Pietro Sermonti) e Antonio Spriano (Adolfo Margiotta), a Laura (Joanna Moskwa), amante polacca di quest'ultimo, passando per la vicina di casa Betty (Elisabetta De Palo), vedova infelicemente risposata con Arturo (Marco Messeri); mentre Catia (Maria Grazia Cucinotta), moglie di Corrado, prepara uno sformato di verdure senza accorgersi di aver messo come ingrediente anche della marijuana.
Ingrediente che finisce per abbattere le maschere sociali nel corso della culminante sequenza della cena, alla quale, però, giungiamo soltanto dopo un'infinità di situazioni talmente idiote e prive d'interesse da non permettere mai allo spettatore di sprofondare in una sana risata, neppure quando vengono tirati in ballo I Mammuth e Simonetta Guarino, comici della trasmissione tv "Zelig".
E non è sufficiente l'accompagnamento musicale della swingeggiante "Sweet Mary" a rendere più piacevole la visione di un soporifero pasticcio su pellicola che procede inesorabile, tentando perfino la parentesi sentimentale, senza andare a parare da nessuna parte.
Il regista dice di essersi ispirato a "La cena dei cretini" (1998) di Francis Veber ed alla pochade francese in generale, ma, tenendo in considerazione anche uno sprecato Angelo Orlando nei panni di un grottesco vigilantes balbuziente, il risultato finale non sembra essere poi tanto distante dal pessimo "Parentesi tonde" (2005) di Michele Lunella.
Quello con Raffaella Lecciso e Karim Capuano, per intenderci.
La frase: "Le persone solo una volta su cento sono quello che sembrano".
Francesco Lomuscio
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