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Starbuck - 533 figli e ...non saperlo











Inizialmente, Ken Scott – regista di "Les doigts croches" (2009) – e il suo co-sceneggiatore Martin Petit erano partiti dall’idea di voler raccontare la storia di un uomo con tanti figli e di scrivere una commedia sulla paternità, optando per ciò che consideravano una cosa estrema, ovvero un donatore di sperma con centocinquanta geniti, preoccupati, però, del fatto che avrebbero potuto intaccare la credibilità della loro commedia.
Inaspettatamente, invece, la vera notizia relativa ad un donatore che aveva scoperto di essere padre di cinquecento bambini li ha portati a constatare che il loro misero centocinquanta sarebbe potuto tranquillamente levitare a cinquecentotrentatré; permettendo la genesi della vicenda che ha per protagonista l’ottimo Patrick Huard di "Doppia indagine" (2006) nei panni di David Wozniak, quarantaduenne che, propenso a condurre la vita di un adolescente irresponsabile mentre mantiene una complicata relazione con la giovane poliziotta Valérie alias Julie LeBreton, vede riaffiorare il proprio passato quando la donna apprende di essere incinta.
Infatti, se da un lato viene progressivamente rivelato che l’uomo, vent’anni prima, donava il proprio seme in una clinica per sbarcare il lunario, dall’altro non solo scopre di essere padre dell’assurdo numero di ragazzi del titolo, ma anche che centoquarantadue di essi hanno intrapreso una causa legale per identificare il loro genitore biologico, conosciuto con lo pseudonimo Starbuck.
E, senza perdere tempo, è fin dal prologo che la quasi ora e cinquanta di visione provvede a regalare sorrisi allo spettatore, man mano che al fianco di David, spesso impegnato in grotteschi discorsi con il padre interpretato da Igor Ovadis, troviamo anche un avvocato cui concede anima e corpo un lodevole Antoine Bertrand.
Ma l’insieme, che non risparmia neppure una frecciatina al duo musicale di Hall & Oates, non mira in maniera esclusiva al divertimento, in quanto fornito di un evidente retrogusto malinconico che, nel ribadire la necessità di avere una vera famiglia, intende soprattutto porre in evidenza il fatto che al di là delle leggi ci sono sempre gli esseri umani.
Con la risultante della miscela vincente che, oltre a permettere alla piacevolissima pellicola di conquistare diversi premi in giro per il mondo, le ha anche consentito di attirare l’attenzione della spielberghiana Dreamworks, la quale non ha esitato a metterne immediatamente in piedi un remake diretto dallo stesso Scott.

La frase:
- "Lei è genitore di cinquecentotrentatré figli"
- "Io non sono David Wozniak".

a cura di Francesco Lomuscio

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