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06 Settembre 2008 - Intervista
"Verso Est"
Intervista alla regista.
di Federico Raponi
Per "Eventi Orizzonti", Laura Angiulli ha presentato 'verso Est' alla 65° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Ce ne parli un po'?
Laura Angiulli: è un film sulla Bosnia, un paese in cui c'è stata una guerra e che ha sofferto moltissimo. Mi ci sono trovata un po' per caso, facendo prima un lavoro teatrale e accumulando in seguito molte sensazioni, emozioni e anche elementi di conoscenza per cui poi ho deciso di realizzare il film; il quale vede una protagonista interessante, Hatidza Mahmedovic, che è la presidente delle madri di Srebrenica, città dove c'è stato un eccidio di circa 12 mila vittime per il quale il criminale di guerra Karadzic in questo momento è processato all'Aja. 'Verso Est' è un po' un viaggio della memoria, ma anche di un'attualità non risolta nel meglio.
Quindi ci sono anche elementi documentaristici?
Laura Angiulli: molti, perchè la memoria riaffiora continuamente. Anche se avessi voluto trascurare l'elemento della guerra per affidarlo al passato, poi evidentemente tanto passato non è perchè continuamente riemerge nei personaggi, negli incontri, nei racconti. Ci sono molti documenti interessanti che la televisione della Bosnia Erzegovina mi ha messo a disposizione, e poi una contemporaneità offerta da contributi vari, sia di testimonianze che di attori. La particolarità di questo lavoro è che non riesce a risolversi tra la forma del documentario e quella più di fiction, oscilla da una parte all'altra perchè c'è una ricostruzione simbolica di eventi affidata ad attori dei luoghi, sono pochi gli italiani.
Tra l'altro tu hai una formazione teatrale...
Laura Angiulli: assolutamente, ma non so poi quanto mi aiuti. Non riesco a liberarmi definitivamente di questa parte che al cinema diventa fiction.
Ecco, come hai adeguato il tuo linguaggio teatrale a quello cinematografico?
Laura Angiulli: è abbastanza difficile, ma non sono alla prima esperienza cinematografica e quindi è un lavoro già sperimentato. Non è la stessa cosa, c'è una differenza sostanziale. Tra l'altro la macchina da presa è molto più impietosa, nel senso che l'attore a teatro lo vedi a qualche metro di distanza, invece se tu pensi ad un primo piano… Però forse questo è ciò che mi piace tanto, infatti sono arrivata al cinema proprio nel tentativo di superare alcuni limiti che sentivo di possedere sul piano personale. Volevo leggere dentro, e il primo piano al teatro è difficile, per quanto tu possa utilizzare luci molto strette, tagliate, sortilegi vari. Certo poi là c'è il corpo dell'attore nella realtà che è straordinario, vibra, c'è l'emozione. Questa doppia esperienza è affascinante, mi piace molto, io d'altra parte voglio continuare a fare entrambi. Sto al centro dei due desideri.
E li stai praticando entrambi...
Laura Angiulli: è vero, perchè poi mi aspetterà Viviani, un attore napoletano interessantissimo, per uno spettacolo teatrale. Però allo stesso tempo ho già un progetto per un nuovo lavoro cinematografico che spero di riuscire a realizzare.
Un'attività densissima…
Laura Angiulli: sono tanti anni che faccio lavoro teatrale come produzione e regìa, e poi dirigo la Galleria Toledo, un teatro stabile di innovazione napoletano nel quale passano importanti esperienze legate ai vari linguaggi, nel senso che ospitiamo tanto teatro di genere, di contemporaneità, e anche cinema e musica. Cerchiamo di dare un senso coerente ad una relazione con la cultura dell'Arte, dei linguaggi d'Arte di questo tempo, e cerchiamo di farlo sia sul piano della produzione che come ospitalità. Questo mi pare un modo importante per sentirsi partecipi, anche vedere ogni sera uno spettacolo in ogni caso è una grossa fonte d'informazione.
Tornando al film, cosa ti ha dato questo lavoro?
Laura Angiulli: voglio dirti una cosa alla quale tengo tanto: quest'esperienza all'Est - che è stata molto lunga, ci ho lavorato per alcuni anni prima con lo spettacolo e poi con convegni molto importanti in cui mi ha fatto da accompagnamento Predrag Matvejevic, uno dei più grandi intellettuali e storici dell'Est - ha segnato fortemente il mio modo d'essere. Perchè certe cose le sai, ma a distanza. Sappiamo tutto perchè l'informazione è costante, basta seguirla. Poi però se ci vai in questi luoghi - a 2-3 ore di aereo da noi - è tutta un'altra cosa. L'ho notato non solo rispetto a me, che chiaramente potevo avere una particolare sensibilità, attitudine ad emozionarmi, ma anche in tutta la troupe. Veramente incredibile, c'è stata una disponibilità, un'adesione, una capacità anche di porsi in forma un po' problematica... Ci si trasforma da troupe in piccolo collettivo politico, e questo è veramente molto bello. Spero di vere ancora la possibilità di lavorare su un documentario.
Hai già in mente qualcosa?
Laura Angiulli: adesso voglio fare un lavoro su Napoli perchè credo che abbia aspetti inesplorati, ma spero prima o poi di poter tornare in un luogo con grosse connotazioni, dove il segno della vita e degli eventi politici è tanto forte. Perchè poi è incredibile come questo ti apra gli occhi al mondo.
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