02 Settembre 2011 - Conferenza
"Un Été Brulant"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio

Accompagnato dal cast, il francese classe 1948 Philippe Garrel è approdato presso la Sessantottesima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per presentare "Un été brûlant", sua ultima fatica.

Questo film sembrerebbe una sua personale rivisitazione de "Il disprezzo" di Jean-Luc Godard…
Philippe Garrel: Sì, è vero, si tratta di un film accademico, perché ho cercato di copiare il nocciolo de "Il disprezzo". Io penso che bisogna avere dei maestri, dei punti di riferimento come Godard, appunto. Secondo me, nell'arte non è una cosa negativa rifarsi agli altri; per esempio, mi piace anche il cinema di Ingmar Bergman e quello di Michelangelo Antonioni.

Tra i due protagonisti maschili c'è una evidente tensione che sembra riflettere anche quella della nostra società…
Philippe Garrel: Ho lavorato trentacinque anni con Frédéric Pardo, pittore che aveva ritratto attrici con cui avevo lavorato io, quindi, si è trattato di un'attività in parallelo. Comunque, vorrei che parlassero un po' anche gli attori.

Questo tanto discusso nudo di Monica Bellucci era così indispensabile?
Philippe Garrel: Se nei miei film non metto nudi, me lo rimproverano, se ce li metto, me lo rimproverano ugualmente (ride). Comunque, è un aspetto relativo all'arte, un po' come il discorso dei pittori, un tempo il nudo infastidiva la gente, ora non più; ho cercato di rifarmi ai canoni vinciani, perché al Louvre abbiamo molto rispetto per Leonardo Da Vinci.

E Monica Bellucci è ancora propensa a spogliarsi dopo la gravidanza?
Monica Bellucci: Quando si accetta di lavorare con un regista, io credo che ci si affidi, quindi deve esserci anche una forma di abbandono da parte dell'attore; tanto più che, per me, si trattava di un momento di fragilità, perché avevo partorito da un mese e mezzo. Poi, è un piacere lavorare con Philippe.

Gli altri cosa possono raccontarci di questa esperienza?
Jérome Robart: Già fare un film è un'esperienza particolare, perché si gira sempre e prima si fanno molte prove, Philippe ci dava alimenti per discutere. Un film non cambia, si costruisce durante la prova e lui fa una ripresa unica, perché prima ci fa fare tante prove. In questo modo, si gira una sola volta. Sembra teatro, ma non lo è.
Céline Sallette: Devo dire che Philippe ci ha insegnato molto. Ero felicissima di lavorare con tutti loro, era un immenso regalo.
Monica Bellucci: Si crea veramente un'alchimia molto bella tra noi, si fa un solo ciak, raramente due, è un'esperienza unica. Oltretutto, è stato bello vedere questa reciproca ammirazione tra padre e figlio e (Louis Garrel, protagonista del film, anch'egli presente in conferenza, nda).

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