The Libertine

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The Libertine
Il teatro sul grande schermo...

di Andrea D'Addio

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La sua fama cominciò a diffondersi quando entrò alla corte del re Carlo II, il carismatico monarca conosciuto per la sua tolleranza, ilarità ed amore per le arti. Tuttavia, anche quel re di vedute così aperte e progressiste, non riusciva a tenere a freno l'agitato genio di Wilmot e pur avendo sviluppato un grande e profondo affetto per lui, il Re andava su tutte le furie davanti alle commedie diffamatorie e alle burle depravate del Conte, per non parlare delle sue innumerevoli avventure erotiche e della sua sconsiderata propensione a criticare anche il re in persona. La fama di Wilmot viene spesso legata alle sue audaci avventure, tra le quali la più famosa fu il rapimento della futura moglie, l'allora adolescente ereditiera Elizabeth Malet. Pur essendo stato imprigionato nell'infame e tetra Torre di Londra per il suo crimine, il giovane Conte implorò e ottenne il perdono del Re, seguito anche dall'accettazione da parte della rapita della sua proposta di matrimonio.
Il Conte di Rochester spiccava su tutti anche nella boccaccesca atmosfera della corte di re Carlo II e forse il prezzo che pagò per la sua libertà e il suo anticonformismo fu la rapida caduta. Quando aveva raggiunto l'apice della fama, il secondo Conte di Rochester incappò in una serie di bravate che lo avrebbero condotto in una spirale senza ritorno di oscurità, alcolismo e rimpianti. Durante quel periodo si concentrò non tanto sulla sua vita quanto sul cercare di aiutare Elizabeth Barry a realizzare il suo grande sogno, vale a dire diventare la più grande attrice dei palcoscenici londinesi. Wilmot morì all'età di 33 anni, riuscendo però a vivere sul letto di morte una specie di redenzione "last-minute" per la sua anima depravata. Tra le sue opere più importanti vi è senza dubbio la "Satira contro l'umanità", mentre alcuni suoi pensieri continuano ad essere citati ogni giorno:


"Se io, per miracolo, posso esserti
Fedele in questo istante lungo una vita,
È tutto ciò che il cielo può concedere"

"Prima di sposarmi avevo sei teorie su come educare i figli;
adesso ho sei figli e non ho più teorie"


Un uomo che di certo non ha mai visto i limiti come confini da rispettare, ma anzi come pretesti per spingersi più in là ( Perché tutti gli uomini sarebbero dei vigliacchi se osassero). Al suo funerale Rober Parsons disse infatti di lui: "Era talmente convinto della validità del peccato che ha vissuto, e spesso ha rischiato, di morire da martire pur di difenderlo."
Insomma: un libertino.




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