15 Ottobre 2006 - Conferenza Stampa
"L'imbroglio - The Hoax"
Intervista al cast.
di Andrea D'Addio


A presentare il nuovo film di Lasse Hallmstrom "The hoax - L'imbroglio" c'è il solo Richard Gere. In questo caso comunque la fortuna è che si tratta non solo di un ottimo interprete, ma anche di un grande conoscitore di cinema, con dei gusti ben definiti e una competenza non indifferente anche negli aspetti che non sono propri della recitazione. Non a caso è sulla breccia da quasi trent'anni (la sua consacrazione fu con American gigolò del 1980).

Come mai ancora un film che affronta, seppur in maniera diversa, la figura di Howard Hughes? Questa è la terza volta in pochi anni, Tucker e The Aviator…
Richard Gere: Innanzitutto perché è una creatura mitologica: non si faceva mai vedere né sentire, per cui si sono scritte le cose più assurde su di lui. Anche nel nostro film di lui si vedono appena le mani in controluce.

Come si è avvicinato a questo progetto?
Richard Gere: Questo è uno script che avevo già letto 3 o 4 quattro anni fa. Lo trovai interessante, ma poi non se ne fece nulla. Questo finché l'anno scorso Lasse Hallmstrom non mi ha chiamato dicendo che aveva una bella sceneggiatura da propormi. Quando comincia a leggerla mi accorsi che era quella che avevo letto già qualche anno prima, solo che adesso mi sembrava ancora più coinvolgente, e così ho detto subito si.

Come gestisce il fatto che viene considerato ancora un sex-symbol?
Richard Gere: Ho 57 anni, per quanto tempo ancora, posso ancora essere credibilmente considerato un sex symbol?

Come trova l'innovazione di questo Festival di far dare il premio principale da una giuria popolare?
Richard Gere: In verità fino a ieri non sapevo ci fosse una competizione, ma comunque sia The hoax non è in competizione. Sono contento che in questo festival ci sia una giuria popolare, trovo giustissimo che il pubblico esprima un'opinione su una forma d'arte di massa come il cinema.

Ormai sono parecchie volte che viene a Roma…
Richard Gere: Si, e ieri ho mangiato un'insalata che non ha pari, era un'insalata di ovuli, funghi che si trovano al massimo per due settimane. Varrebbe la pena prendere l'aereo e venire a Roma solo per mangiare questo piatto squisito.

L'essere buddista come la pone rispetto alle bugie?
Richard Gere: Ciò che accomuna tutti gli essere umani è la capacità di mentire, si può dire menzogne per molti motivi, anche solo per proteggere l'idea che abbiamo di noi stessi. Il buddismo insegna a sviluppare un processo senza fine per cercare di combattere il virus della menzogna, un lavoro che però può essere fatto solo su sé stessi. Tutti i giorni prego per trovare il coraggio di guardarmi dentro e vedere come realmente sono. Attualizzando il tema, possiamo anche dire che siamo pieni di governanti che ci mentono. Uno degli aspetti che mi interessava di più del film era vedere come ad una bugia piuttosto banale, si potevano collegare tematiche come l'esistenza di un governo ombra, il potere del mondo petrolifero, il Watergate di Richard Nixon e le elezioni dell' uomo più potente del mondo

Il set del suo prossimo film è stato cambiato in corso di lavorazione da Sarajevo a Zagabria. C'è stato qualche timore di pericoli o minacce?
Richard Gere: No, anzi,a Sarajevo la popolazione ha vissuto un incubo ma andandoci oggi trovi una città vitale dove le persone almeno in parte dimostrano di aver saputo reagire. Abbiamo cambiato per motivi logistici. Alla produzione Zagabria è sembrata più comoda.

Sarà una storia sulla situazione del recente passato dei balcani. Come giudica il fatto che molti criminali di guerra siano ancora in libertà?
Richard Gere: I principali criminali di guerra, Karadzic e Mladic, ancora non sono stati arrestati nonostante sembra che tutti sappiano dove sono. Karadzic è il generale che ha distrutto Srebenica e bombardato ripetutamente Sarajevo. Sua figlia è morta poco tempo fa e tutti sanno che lui va ogni giorno sulla sua tomba ma nessuno lo arresta, mentre Karadzic scrive poesie e commedie e appare in pubblico. E 'incredibile che siano ancora liberi nei Balcani, anche se è probabile che ci sia stato un patto all'epoca che in cambio dello stop immediato della guerra garantiva il non arresto a questi personaggi

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