26 Maggio 2008 - Conferenza stampa
"E venne il giorno"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio

Accompagnato dall'attore protagonista Mark Wahlberg, il regista di origini indiane M. Night Shyamalan, famoso soprattutto per aver firmato quel gioiellino intitolato "The sixth sense-Il sesto senso", ha incontrato a Roma la stampa in occasione dell'uscita italiana della sua ultima fatica: l'horror a tinte ecologiche "E venne il giorno".

Si potrebbe definire "E venne il giorno" un thriller ambientalista?
M. Night Shyamalan: Devo dire che ogni film che ho realizzato ha a che vedere con una mia paura del momento. In questo caso ero preoccupato per il futuro, ma il film si basa anche sulle fobie tipiche dell'America degli Anni Cinquanta, come la probabile esplosione di una Terza Guerra Mondiale, la lotta alle streghe e la difesa dei diritti civili. Elementi che la fantascienza rielaborò in classici come "L'invasione degli ultracorpi".

Riallacciandoci proprio a questa domanda, il film parte da un'idea di base che ricorda la fantascienza degli Anni Cinquanta, ma presenta una messa in scena da film apocalittico di due decenni dopo; a quali modelli cinematografici s'ispira?
M. Night Shyamalan: Come già accennato, "L'invasione degli ultracorpi" è un film che mi ha colpito molto, non tanto per la presenza degli alieni, ma per scene paurose come quella del bambino che dice: "Sembra mia madre, ma non lo è". La paura scaturita da persone che improvvisamente si comportano come non ci aspettiamo. Tra l'altro, finito il film avevo da scegliere tra una decina di scene per i titoli di testa e alla fine ho deciso di mettere quella delle nuvole, per poi scoprire, casualmente, che è anche ne "L'invasione degli ultracorpi".

Come in ogni suo film, anche qui torna il tema della fede…
M. Night Shyamalan: Ogni personaggio dei miei film è alla ricerca di una fede; per esempio, il personaggio interpretato da Mark ricerca la fede nella moglie. Credo che alla base di ogni mio lavoro sia sempre presente un fondo spirituale, anche se in superficie non si nota.

Come ha pensato a questa minaccia ecologica?
M. Night Shyamalan: In realtà molte cose le ho lette nei giornali, dalla scomparsa delle api negli Stati Uniti alla riemersione del batterio antico; l'altra settimana, per esempio, ho anche letto notizie relative alla neurotossina ed al fatto che le rane hanno cominciato a scomparire. Sembra che noi stiamo diventando i visitatori di questa terra.
Mark Wahlberg: Io ho un bellissimo giardino a casa, ma non coltivo nulla, legale o illegale che sia. Ciò non toglie che non mi piaccia sentire l'odore di certe cose coltivabili per le quali mi spingo anche fino ad Amsterdam (ride).

Come sceglie i film per la sua carriera?
Mark Wahlberg: Per quanto riguarda "E venne il giorno", ho sicuramente accettato perché M. Night con me scherza sempre dicendo che faccio solo film d'azione, quindi mi ha dato l'opportunità di ricoprire un ruolo che avrebbe potuto fare Tom Hanks, poi sono un suo grande fan, siamo da tempo amici ed ho trovato la sceneggiatura toccante. Per quanto riguarda la carriera, a me piace sempre trovare qualcosa di diverso, rappresenta una sfida sia come attore che come produttore.

Nelle immagini il film ricorda qualcosa, visivamente a cosa è ispirato?
M. Night Shyamalan: Dal punto di vista visivo, questo è un film confezionato per far paura, ma che si svolge alla luce del giorno, poi, certo, ci sono omaggi ad Alfred Hitchcock oppure all'estetica minimalista giapponese e al modo in cui Stanley Kubrick ha girato alcune scene. A volte mi sono dovuto perfino trattenere, perché tendevo a ricorrere un po' troppo all'estetica kubrickiana.

Un aspetto curioso del film è il fatto che l'intervento dello Stato non c'è, i cittadini sembrano abbandonati a loro stessi…
M. Night Shyamalan: Quando ho riflettuto nella mia mente su come impostare la cosa, ho sentito il progressivo isolamento degli esseri umani e l'intervento dello Stato sarebbe stato inutile, perché alla fine nel film è come se ci si ritrovasse senza genitori, soli.

Come mai non è presente nel suo cammeo abituale?
M. Night Shyamalan: In realtà ci sono: sono semplicemente la voce dell'amico Joey al telefono (ride).
Mark Wahlberg: In realtà voleva girare la scena in cui avrebbe dovuto fare l'amore con mia moglie (ride).

Cosa può dirci a proposito della classica paura americana del proprio vicino di casa?
M. Night Shyamalan: La paura dei vicini credo che sia una paranoia esclusivamente statunitense: noi abbiamo un giardino con un grosso recinto intorno e vi assicuro che mia moglie è una donna molto intelligente, ma non riesco a convincerla che da bambino io rientravo tranquillamente alle sei e mezza per cena. Tra l'altro, dove viviamo noi l'ultimo fatto grave avvenne nel 1984, con l'assassinio di un uomo, da allora credo non ci sia stato più neppure un furto d'auto.

Quali sono, invece, le paure di Mark Wahlberg?
Mark Wahlberg: Io ho una forte fede religiosa, però non ho paura dell'ignoto e, avendo due bambini, tutto ciò che mi terrorizza è quello che potrebbe succedergli. Per ora, l'unica mia paura è che mi possa trasformare in Burt Reynolds (ride).

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