15 Settembre 2006 - Conferenza Stampa
"The departed - Il bene e il male"
Intervista al regista e al cast.
di Federico Raponi


Per la conferenza stampa di presentazione di "The Departed - Il Bene e il Male", alla Festa Internazionale del Cinema di Roma erano presenti il regista, Martin Scorsese, e gli attori Leonardo Di Caprio e Vera Farmiga.

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Leonardo Di Caprio, lei si occupa anche di ecologia...
Leonardo Di Caprio: ho fatto due spot, di cinque minuti, di sensibilizzazione al tema dell'ambiente. Li ho pubblicati sul sito della mia fondazione, nella quale ospito esperti, premi Nobel e personalità. Questo perchè in genere in televisione su surriscaldamento del Pianeta, esaurimento delle fonti energetiche o disboscamento si vedono più che altro discussioni in cui il problema si perde di vista, mentre a me interessano argomentazioni e fatti.

Passerà dietro la macchina da presa?
Leonardo Di Caprio: a questo punto della mia vita non ho il desiderio di dirigere, soprattutto dopo aver visto come lavora Scorsese e cosa questo lavoro comporta. Il mestiere dell'attore è solitario, quello del regista è decisamente di più. Quasi come un veggente, interpreta il futuro, lega una scena ad altre 150 e sa le emozioni che susciterà, fa fronte a richieste provenienti da 50 uffici che dipendono da lui.

Vera Farmiga, come è stata la sua esperienza?
Lavorare con Scorsese e Di Caprio mi ha trasformato sotto l'aspetto umano e professionale, è stato un cambiamento di prospettiva. Ho imparato a non scendere a compromessi, l'onesta intellettuale. Per la parte mi sono rapportata alla psichiatra del Dipartimento di Polizia di Boston, e lei mi ha detto che il mio personaggio non diceva e non faceva le cose giuste. Questo me lo ha reso ancora più interessante. E poi Scorsese ha saputo creare una vasta zona grigia in tutti i personaggi, un'ambiguità morale che valeva anche per il mio.

Scorsese, come mai tre film con Di Caprio?
Martin Scorsese: Lavoriamo insieme da sei anni, è come un lungo processo diviso in sezioni. Pur senza lo stesso contesto come invece avviene per De Niro, di cui sono coetaneo, c'è una comunione di istinti. Se questi si sviluppano insieme, si crea una modalità d'azione.

Si è ispirato ad un film di Hong Kong...
E' la mia terza esperienza con un remake. Inizialmente ero tentato a lasciar perdere, poi cominciando con calma a leggere la sceneggiatura sono stato catturato. Mi piaceva come era resa l'idea di fiducia e tradimento, e anche la rappresentazione della comunità irlandese fatta di umorismo, cattolicesimo e fatalismo. Ho avuto una reazione istintiva, ho pensato che avrei potuto imparare qualcosa. Ha una trama molto forte e descrive in modo affascinante la psicologia e i sentimenti dei personaggi.

Ha detto che questo è il suo ultimo film ad Hollywood.
Martin Scorsese: ad Hollywood ci sono maggiori finanziamenti e puoi correre meno rischi. Ho avuto la fortuna di godere dell'appoggio della Warner Bros. Nonostante l'argomento fosse materiale difficile, ha avuto disponibilità e pazienza. Il film è terminato tre settimane fa, è stato un esperimento continuo, ho rischiato. Adesso mi dedicherò ad un progetto "low budget": "Silence", su un autore giapponese, in Giappone. Non è detto che in futuro non lavori ancora ad Hollywood come per "the Aviator". Se mi viene assicurata libertà di manovra, è possibile che io ceda. E' come una dipendenza, ti fanno intravedere qualcosa e tu li segui.

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