09 Settembre 2005 - Conferenza stampa
"The Constant Gardener - La cospirazione"
Intervista al cast ed al regista.
di Monica Cabras


I giornalisti hanno premiato l'ultima opera di Fernando Meirelles, "The Constant Gardener", applaudendo a lungo il suo arrivo nella sala delle conferenze stampa. Con lui c'erano Rachel Weisz, Ralph Fiennes, protagonisti della pellicola e il produttore Simon Channing Williams.

Ralph e Rachel, in questo film interpretate il ruolo di due idealisti, quanto lo siete nella vita reale?
Rachel Weisz: io sono un'idealista, ma molto diversa da Tessa. Sono piena di passione, il mio lavoro consiste nel raccontare storie appassionate, ma non sono certo un'attivista.
Ralph Fiennes: Anche io sono un'idealista, credo nel potere del Cinema e del Teatro di stimolare lo spirito dei ricerca nel pubblico. Ho incontrato John LeCarré e abbiamo parlato del personaggio, e credo che ci sia un po' di Justin in lui.

Quando il romanzo è stato pubblicato ci sono state reazioni dalle case farmaceutiche. Pensa che ce ne saranno anche con l'uscita del film? Crede che ci sarà un effetto sul mercato sul mercato farmaceutico, sulle compagnie o addirittura nella società nel senso più vasto?
Fernando Meirelles: Se il mio film portasse alla polemica, alla discussione, sarebbe sicuramente utile, ma non credo che succederà.

Qual è il suo pensiero rispetto alle speculazioni delle case farmaceutiche?
Fernando Meirelles: Il film si occupa di africani usati come cavie per testare farmaci, ma il problema maggiore è la politica dei prezzi dei farmaci che vengono venduti a prezzi esorbitanti, determinando poca possibilità di accesso ai farmaci per chi ne ha bisogno.

Il film risente di una contaminazione visiva e di generi: thriller, storia d'amore, dramma politico. E' questo che vi ha convinto ad interpretare questo film?
Rachel Weisz: Il film è un'insieme di generi diversi, la cosa che mi ha interessato di più è il giallo, unito alla storia d'amore, che si sviluppano non separatamente, ma mescolati insieme. Ralph si trasforma in un detective che trova la soluzione del mistero, ma trova anche l'amore.
Ralph Fiennes: Sono stato attratto dal fatto che il personaggio cambia: da diplomatico britannico normale diventa più attivo, la rabbia che manifesta contro le cause farmaceutiche.

Che confronto fa tra la regia di questo film e quella di "City of God"?
Fernando Meirelles: E' stato sicuramente più facile girare questo film. Tutti gli altri miei lavori li ho prodotti io. Ora invece mi hanno dato tutto pronto e tanti soldi, quindi non ho avuto problemi a trovare i fondi. La storia poi è molto più semplice, perché racconta di un personaggio che si evolve, in "City of God" era tutto più complicato.

Non ho mai visto tanto dolore nel deserto da "Priscilla la Regina del Deserto", cosa l'ha ispirata?
Fernando Meirelles: In questo film l'ispirazione viene dal Kenya. A Nairobi per le strade i colori erano talmente forti, la terra è marrone, ma la gente indossa tinte vivaci e questo ci ha stupito molto. Abbiamo quindi deciso di creare una tavolozza che rendesse al meglio quello che sentivamo. L'Europa invece è più monotona nei colori.

Guardando la fotografi si percepisce che oltre alla storia nel vero senso del termine, ce n'è anche una visiva. Che rapporto ha con il Direttore alla fotografia?
Fernando Meirelles: io e César Charlone ci fidiamo tantissimo l'uno dell'altro.in un certo senso ha co-diretto il film.

Rispetto a LeCarré ha fatto nuove ricerche, aggiungendo nuovi elementi alle cose che già si sapevano. Ci può dire cosa ha scoperto di nuovo?
Fernando Meirelles: Ho letto molto e mi sono informato per conoscere meglio la situazione, Ho anche fatto un piccolo documentario che avrebbe dovuto essere inserito nel film, ma alla fine abbiamo preferito tagliarlo perché sembrava che il regista parlasse direttamente al pubblico, e questo non andava bene dal punto di vista della regia. Nel primo montaggio la pellicola durava 3 ore, poi in sala montaggio abbiamo fatto dei tagli, d'altronde, avevamo già un dramma politico, il giallo, la storia d'amore, che poi è l'asse portante del film. La pellicola, infatti si sviluppa attorno al legame tra Justin e Tessa, il giallo politico viene dopo.

Come sono stati i rapporti con il governo britannico durante la realizzazione del film? Ha avuto per caso visite o intromissioni?
Fernando Meirelles: l'Alto Commissariato non è proprio come è stato rappresentato nel film. Ci ha aiutato molto perché il Kenya ne avrebbe tratto vantaggio. Quando a Nairobi ho parlato con il funzionario della realizzazione del film il suo primo commento è stato "John LeCarré ha scritto tanti libri, come mai ha scelto proprio il peggiore?". Ma poi ci è stato di grande aiuto.

Come mai ha scelto proprio Alberto Iglesias per le musiche?
Fernando Meirelles: Ho scelto lui dopo aver sentito quelle che ha scritto per Almodovar, tutte molto emotive, come quelle che cercavo per spiegare il personaggio interpretato da Ralph.

Come è cambiata la sua ideologia dopo questo film?
Ralph Fiennes: Il film non ha cambiato il mio atteggiamento. Non sono certo militante o attivista anche se ho cercato di promuovere molte battaglie, come la lotta per l'informazione sull'HIV. Poi ho trovato la stessa situazione nel film. La pellicola ha quindi rafforzato la mia opinione sul fatto che possiamo lavorare per migliorare le cose.

Per quale ragione ha insistito con la cinepresa a mano e con un montaggio ritmato ed esasperante?
Fernando Meirelles: Una piccola troupe con una piccola camera ti permettono di stare sul posto della scena e muoverti più agilmente, in modo che quando si guarda il film non sembri una fiction, ma si noti che è tutto reale. Come nel caso della scena in cui Tessa cammina per il mercato e assiste alla rappresentazione.

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