Sole a catinelle

"Still Alice"

Intervista al regista.


di Federica Di Bartolo17 ottobre 2014



Il lungometraggio presentato al Festival Internazionale del Cinema di Roma 2014 è la trasposizione su pellicola del romanzo omonimo del neuroscienziato Lisa Genova., che in Italia è stato pubblicato con il titolo "Perdersi". Il dramma diretto da Richard Glatzer e Wash Westmoreland racconta e descrive la malattia dell'Alzheimer che colpisce milioni di persone nel mondo sia direttamente sia indirettamente. Un male silenzioso e inarrestabile. A rappresentare il film al festival è uno dei registi Wash Westmoreland.


Cosa vi ha spinto a scegliere Julianne Moore per questo ruolo?
Wash Westmoreland: Mentre lavoravo con Richard Glatzer sulla sceneggiatura abbiamo cominciato a pensare a quale attrice potessimo affidare questo ruolo così delicato, un'attrice capace di una performance intensa come la storia stessa richiedeva. Doveva essere un volto internazionale per interpretare una docente di Linguistica che con il tempo non è più in grado di parlare. Guardando il lavoro di Julianne Moore ci siamo accorti che il suo curriculum è incomparabile, con una straordinaria variazione di personaggi. L'abbiamo quindi contattata, all'inizio ha rifiutato, ma dopo aver letto la sceneggiatura ha subito accettato.

Com'è stato lavorare con Julianne Moore?
Wash Westmoreland: Abbiamo discusso molto del copione con Julianne e abbiamo collaborato a stretto contatto per poter costruire questo personaggio così complesso. Era un processo che richiedeva un cammino molto complesso per trovare l'equilibrio e il giusto ritmo per la storia.

Avete svolto delle ricerche e avete tenuto conto degli esperti?
Wash Westmoreland: Sì, abbiamo lavorato con degli esperti e con delle associazioni americane per la lotta all'Alzheimer. Abbiamo svolto un lavoro di ricerca molto dettagliato, per poter creare una situazione e un contesto verisimile. Abbiamo raccolto tutta la documentazione scientifica necessaria, ma abbiamo anche parlato con tante persone che si prendono cura di malati e di malati precoci. Julianne ha stretto un forte rapporto con una donna che così come Alice era una docente, ma poi ha scoperto di avere l'Alzheimer. Queste persone, con cui abbiamo più volte parlato, hanno avuto un atteggiamento molto propositivo e aperto sul film e anche Julianne ha stretto rapporti importanti con loro. Tante sfumature della sua recitazione così straordinaria derivano da quei colloqui.

Il suo film focalizza l'attenzione sul problema legato al linguaggio.
Wash Westmoreland: La battaglia principale che affrontano i malati di Alzheimer è quella contro la perdita della parola . Man mano che la malattia avanza, Julianne è stata bravissima a far trasparire lo sforzo e la sofferenza di mostrare questa difficoltà. Il linguaggio influenza il nostro pensiero, e il pensiero è la nostra vita. Quando non si hanno più parole si fa fatica a trovare se stessi. Il rapporto con il linguaggio schiude anche i territori della memoria, quindi queste persone lottano per mantenere una memoria.

Richard Glatzer, il co-regista, sta lottando contro la SLA. Questo dunque è un film molto importante, per voi.
Wash Westmoreland: Io e Richard abbiamo pensato a lungo sul fare o no questo film, poi lui si è identificato molto nei travagli di Julianne Moore, anche se le due malattie sono molto diverse. Lui non può essere qui anche se ama Roma, è qui con lo spirito, ma sta lottando e io al suo fianco.

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