26 settembre 2002 - Conferenza stampa
Steven Spielberg
Intervista al regista e al regista di "Minority Report"
di FilmUP
Il futuro visto da Steven Spielberg non è ottimista come ai tempi di E.T., ma la sua fiducia nell'umanità rimane intatta: "io credo nell'uomo, quello che mi fa paura è la tecnica che tende a prendere il sopravvento su tutto il resto". Minority Report esce al cinema oggi e il regista, insieme a Tom Cruise, ha presentato il film a Roma, toccando temi che vanno ben al di là del cinema: dalla politica del presidente Bush alla questione di sicurezza e libero arbitrio valori che paiono destinati ad escludersi l'un l'altro, passando ancora per ricordi di vita e progetti.
Sul film
"Ho scritto e girato il film prima degli eventi dell'11 settembre. E nonostante non avessimo precog a portata di mano la quantità di coincidenze con quello che poi è successo è impressionante, ed anche ironica. Il governo americano, per far fronte al problema della sicurezza, ha in buona parte violato il diritto alla privacy, molti cittadini lo hanno voluto, lo hanno permesso. E tutto per prevenire il crimine nel Paese, aiutando Cia e Fbi. Insomma, in Minority Report si racconta proprio questa storia. Il racconto di Dick - (la sceneggiatura del film è tratta dall'omonimo racconto di Dick, ndr) - era una premessa, una fascinazione originaria. In pratica, abbiamo preso un racconto breve e lo abbiamo trasformato in romanzo. Naturale che ci siano state aggiunte, ulteriori elementi di fiction legati alla necessità di farne un film . Abbiamo aggiunto ad esempio la morte del figlio dell'agente Anderton, il protagonista. Altra cosa originale i tre omaggi ai grandi del mistero: i nomi dei 'precog' sono Agatha (Christie), Arthur (Conan Doyle) e Dashiell (Hammett). Per me l'influenza di Kubrick è inevitabile, c'è anche una chiara citazione da Arancia Meccanica, la scena della visita, chiamiamola così, oculistica. Ma, da un punto di vista strettamente cinefilo, la mia attenzione in questo caso era puntata sul cinema di John Houston, il noir in genere e soprattutto ho pensato a Hitchcock, quello dei racconti del mistero e de L'uomo che sapeva troppo."
La sorpresa: Mister Spielberg è pro Bush
È lo sponsor numero uno di Bill Clinton, ma sul "first strike" di Bush all'Iraq ha poco dubbi: "Quando l'America è stata attaccata, l'11 settembre, con un impatto paragonabile a quello di Pearl Harbour, tutti hanno avuto la certezza che qualsiasi paese poteva diventare vulnerabile allo stesso modo. Le Torri Gemelle hanno rappresentato proprio questo: la vulnerabilità del mondo intero, perché quel giorno il mondo intero è stato attaccato. Dovevamo diventare più attivi per prevenire, per evitare che una cosa del genere accadesse di nuovo. Il presidente Bush è per una politica "sound", forte e radicata alla realtà. Noi non abbiamo la certezza di quello che succederà, non abbiamo informazioni, riceviamo come tutti informazioni dai giornali, davanti alla Cnn. Ma se, come credo, Bush ha informazioni reali, per cui Saddam possiede armi di distruzioni di massa che possono essere utilizzate in tempi brevi, allora non posso che essere d'accordo, in questo momento".
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