25 Novembre 2008 - Conferenza stampa
"Solo un padre"
Intervista al regista e al cast.
di Mauro Corso

Solo un padre, distribuito in Italia a partire dal 28 novembre 2008 con 200 copie, ha effettivamente delle particolarità che lo rendono un prodotto per certi versi insolito nel panorama nostrano.

Questo film per certi mette in equilibrio commedia e dramma...
Luca Lucini: cercare di arrivare a questo equilibrio per me era la vera sfida. Fin dalla lettura del romanzo ero molto preoccupato, ma poi quando mi sono trovato davanti al risultato finale mi sono sentito sollevato. In fondo anche nella vita di tutti i giorni quando c'è un dramma, chi lo vive cerca sempre di nasconderlo, è alla ricerca di una normalità di facciata anche se i problemi poi riaffiorano sempre. Luca Argentero è stato bravo a realizzare esattamente quello che mi ero proposto.

In Italia viene di solito privilegiato il punto di vista della madre...
Luca Lucini: ero diventato padre di recente e mi sono posto il problema. La maternità è più istintiva, più raccontata e nota. La verità è che il padre arriva al senso della paternità per gradi, più tardi.
Perché i gatti sono così maltrattati?
Luca Argentero: in realtà adoro i gatti! Credo che la scena più difficile sia stata quella con il gatto, perché è l'animale meno addomesticabile del mondo. E poi quel bagno con me, il gatto e l'addestratrice era davvero molto piccolo!

Cosa ha pensato quando ha letto la sceneggiatura?
Luca Argentero: la prima cosa che mi è venuta in mente è che era stata scritta da una donna. Poi ho scoperto che era stata preparata da due donne! Ne ho riconosciuto subito il valore e l'ambizione, quella di ricalcare l'onda della vita con i suoi alti e i suoi bassi.

Come si è preparato alla parte?
Luca Argentero: non ci si può preparare. Se devi interpretare un meccanico osservi un professionista, magari ci parli, provi a fare il suo lavoro e prendi parte ai suoi problemi. Il padre è qualcosa di completamente diverso. Parla con cento padri, ciascuno ti darà un senso diverso della paternità. E' una cosa molto soggettiva. Poi all'inizio ero molto goffo con i bambini, li tenevo come se fossero vasi di cristallo, poi ho scoperto che il materiale più simile è la gomma.

Com'è stato lavorare con la bimba?
Luca Argentero: in realtà le bimbe erano due per questioni di etica lavorativa, per adeguare la lavorazione ai tempi della veglia, del sonno e della pappa. Poi naturalmente capitava che dormivano entrambe o mangiavano entrambe contemporaneamente.

Questa parte la avvicina o la allontana dalla paternità?
Luca Argentero: ci sto lavorando! Ho una compagna da quattro anni, quindi è una cosa a cui è normale pensare superati i trenta.

Lei ha esagerato il suo accento francese in questo film?
Diane Fleri: era la cosa più logica da fare, Camille è una ragazza appena arrivata dalla Francia quindi era normale che avesse un forte accento parlando in italiano. Ormai a parte questa "r" sono completamente italiana, anzi, romana. Per cui ho dovuto un po' ricercare l'accento dell'arrivo in Italia, sono andata a Torino e ho cercato di liberarmi di questa eccessiva romanità.

Da poco lei è testimonial dell'associazione Amici dei bambini
Diane Fleri: è proprio così, penso sia importante fare qualcosa anche in questa professione per fare la differenza. E' un'associazione che si occupa di infanzia abbandonata. Si può adottare spiritualmente un bambino e assicurargli così un futuro. Il fatto che questa campagna esca in contemporanea con il film mi emoziona moltissimo.

Torino viene rappresentata in maniera insolita.
Luca Lucini: volevo una città del nord, ma volevo inquadrarla in maniera non ordinaria. Per essere più specifici ho costruito un cardine sul personaggio, quando Luca è raccontato dai suoi amici e dai conoscenti viene ripreso molto l'ambiente, invece quando si trova da solo con Camille o Sofia la camera si fa molto più vicina quasi troppo vicina. In fondo sono le uniche persone con cui Luca ha un rapporto intimo. Per il resto Luca ha che fare con una borghesia torinese che si occupa più delle apparenze.

Sembra la descrizione di Eleonora, che tiene sempre sotto controllo tutto quello che fa Carlo...
Sara D'Amario: in realtà il mio personaggio si occupa delle apparenze ma non solo di quello. La verità è che Eleonora vuole bene a Luca... in un certo senso non si capisce bene se voglia più bene a Luca o alla sorella.

Ecco, venendo a Caterina, la sorella di Eleonora, com'è stato interpretare un personaggio così "particolare"?
Anna Foglietta: Caterina è senza dubbio un personaggio particolare, finora è il personaggio che più mi è piaciuto interpretare al cinema. Cercavamo con il regista di spingere sempre più sull'acceleratore delle bizzarrie di questa figura, ma poi ci siamo dati una calmata. E poi non è del tutto negativo, in fondo con le sue nevrosi aiuta Luca a capire cos'è che non vuole...

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