Solo un padre
E' davvero insolito che un film italiano sia tratto, tanto per cambiare, da un romanzo straniero. In effetti Solo un padre è tratto dal libro dello scrittore australiano (di origini irlandesi) Nick Earls, tradotto in Iitalia con il titolo Avventure semiserie di un ragazzo padre. Lo scenario è naturalmente cambiato e trasportato in una Torino insolitamente solare e vivace. Una città al di fuori dell'ordinario per una vicenda non comune nel cinema di oggi.

Carlo è un ragazzo padre di una bellissima bimba di nome Sofia (nulla si sa della madre, anche se la verità si intuisce abbastanza presto), e per un breve periodo si trova ad accudirla personalmente in coincidenza di un viaggio dei nonni di Sofia, che fino a quel momento si sono occupati della piccola a tempo pieno. Oggetto di questa pellicola molto tenue e delicata sono una decina di giorni che in un certo senso ridefiniscono la visione della vita del protagonista. Certo, è importante l'ingresso della giovane Camille nella vita di Carlo, e la capacità della ragazza di entrare in empatia con il chiuso dermatologo, ma quello che più conta è che Solo un padre non è una storia d'amore o la riscoperta dell'amore da parte di una persona che ha enormemente sofferto, ma la storia della riscoperta del senso della vita e della capacità di amare.

Attorno al protagonista ruota un mondo fatto di amici e parenti, di personaggi ben delineati che cercano di aiutare Carlo, di consigliarlo sia direttamente che indirettamente, a volte con esiti che conducono alla riflessione a volte con situazioni al limite del farsesco. In effetti Solo un padre è anche una commedia, aspetto che impedisce a questo lavoro di Luca Lucini di andare nel patetico, tanto caro all'italica decima musa, e riesce a ben temperare lacrima e sorriso, quasi come nella vita. Buono il cast, che interpreta le parti assegnate in maniera sincera e senza sbavature nella rappresentazione di una borghesia torinese un po' perbenista e autoreferenziale, come le borghesie di ogni latitudine del mondo alla fin fine. Notevole dal punto di vista drammaturgico la scena del primo compleanno di Sofia, durante la quale Carlo porta la torta augurale tra gli udibili bisbigli degli ospiti, che non risparmiano di nulla il pover'uomo.

Un film quindi onesto e rinfrescante, non necessariamente buonista (ben poco viene risparmiato al protagonista), fatto di piccole emozioni e lontano dallo stile deprecabilmente urlato di tanto cinema di genere delle nostre parti.

La frase: "La pelle ha la capacità di assorbire qualsiasi cosa, basta solo un po' di tempo".

Mauro Corso

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