14 Marzo 2008 - Conferenza stampa
"Questa notte è ancora nostra"
Intervista al regista e al cast.
di Andrea D'Addio
Alla conferenza stampa della coppia di registi Miniero e Genovese, sono presenti di due autori, l'autore delle musiche Daniele Silvestri, la produttrice Federica Lucisano, e il cast: Nicolas Vaporidis, Valentina Izumì, Ilaria Spada, Mario Mattioli e Massimiliano Bruno (anche sceneggiatore del film).
Coproduzione Lucisano-Disney: evento o inizio di una collaborazione?
Federica Lucisano: Speriamo sia il primo di una lunga serie di film assieme. Questo verrà distribuito dalla Buenavista, il prossimo sarà probabilmente con il marchio Disney visto che qui, causa sigarette e un paio di scene, non si poteva.
Da chi è partita l'idea di questo film?
Federica Lucisano: Ci siamo ispirati a 'Il mio grosso, grasso matrimonio greco. Mi arrivò una sceneggiatura drammatica con due spunti interessanti, due becchini che volevano fare musica e l'integrazione dei cinesi a Roma.
Siamo di fronte ad una factory, per quanto riguarda il cinema giovanilistico?
Massimiliano Bruno: Il mio gruppo di lavoro è normalmente un altro, ma comunque è innegabile che ci sia un gruppo di autori e registi che ormai lavorano bene assieme e stanno mietendo successo.
Luca Miniero: Differentemente da un tempo, ora registi e sceneggiatori si incontrano, chiacchierano, si scambiano idee e così nascono film più ricchi.
Per Miniero e Genovese questa è la prima incursione nella commedia giovanilistica…
Luca Miniero: Dopo aver rifiutato, pentendocene, la regia di Notte prima degli esami, stavolta abbiamo accettato la proposta di Federica Lucisano quasi a scatola chiusa. Eravamo comunque curiosi, e sinceramente è stata la parte più interessante del lavoro, di poter rappresentare e conoscere la comunità cinese in Italia.
Vaporidis, ancora una commedia…
Nicolas Vaporidis: Non condivido il discutibile snobismo con cui è visto. Noi abbiamo avuto grandi della commedia come Sordi. E inoltre film come questo permettono, oltre che di divertire ed emozionare, di far rifletter anche su cose un po' più serie. Qui raccontiamo una Roma diversa, quella della comunità cinese dell'Equilino, che ormai è parte di questa città. Roma non è di chi nasce ma di chi vive. Quella del nostro film è una realtà che non conoscevo come è per la gran parte dei romani, pieni di pregiudizi e di luoghi comuni. Così si dà un'idea più autentica di questo mondo. Ci sono ragazzi di origini orientali che parlano più romanaccio di me o di Valerio Mastrandrea. Comunque sia, se mi offrissero ruoli interessanti come quello che mi offrì Martani per Cemento Armato, ci penserei. Fermo restando che sono orgoglioso di fare queste commedie.
C'è un che di commedie musicali alla Massimo Ranieri e Nino D'Angelo in questo film…
Nicolas Vaporidis: Macché musicarelli! Io non mi rifaccio né a Massimo Ranieri, né a Nino D'Angelo: loro sono veri cantanti e io, insieme al mio amico Andrea, cioè Massimiliano Bruno, sono un cialtrone. Provo a cantare, a mettere su un gruppo rock, in modo comico. Racconto un lavoro particolare, quello del becchino, con una vena di malinconia, che ogni tanto mi prende. Basta con lo snobismo nei confronti dei film per ragazzini!
Il canto come è andato?
Nicolas Vaporidis: Non mi posso lamentare, anche se penso che non ci sarà una seconda occasione, nessuno mi farà mai più cantare dopo i risultati che avete appena ascoltato. Io e Massimiliano Bruno ci siamo molto divertiti ad imitare i Blues Brothers. Forse più nel back-stage, dove eravamo più liberi. Fisicamente la nostra coppia era abbastanza simile ai Blues, ma il film è molto più corale a confronto.
Le musiche di Silvestri…
Daniele Silvestri: All'inizio mi era stato chiesto di intervenire con un pezzo, ma poi, dopo aver letto la storia, ho chiesto di potermi occupare di tutto il film. Quello del cinema è un mondo diverso dal mio, ma entrarne a far parte, lavorare sulle immagini è un grande stimolo per me. E' una grande opportunità, per un cantante, poter utilizzare un linguaggio che riempa ancor di più le parole.
Il cameo di Califano
Paolo Genovese: Già in fase di sceneggiatura il suo personaggio era descritto come "un tipo alla Califano". E' stato naturale chiederglielo.
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