09 Aprile 2008 - Conferenza stampa
"In amore niente regole"
Intervista al cast e al regista.
di Federico Raponi

Per presentare 'In amore niente regole', a Roma sono arrivati in conferenza stampa il regista/attore George Clooney e l'attrice Renèe Zellweger.

Come è dirigere e recitare?
George Clooney: fare i registi di noi stessi è piuttosto difficile, molto faticoso. Per fortuna ho avuto colleghi di talento, per cui mi sono dovuto preoccupare solo della mia performance.

L'impegno per il Darfur?
George Clooney: bisogna continuare a parlarne, la situazione è critica anche nel sud del Sudan e in Ciad, dove sono stato. Ieri ho avuto un incontro con il premier Brown per far riunire al tavolo delle trattative i leader ribelli, anche i due che l'ultima volta non si sono presentati. Vogliamo che i governi facciano quello che dichiarano, ossia mettere fondi per proteggere le forze ONU. Per ora abbiamo ottenuto un paio di elicotteri, forniti dall'Etiopia.

Lei ha paragonato Veltroni ad Obama…
George Clooney: mi considero un ottimo amico sia di Veltroni che di Obama, ma anche di Hillary Clinton e John Mc Cain, ho lavorato per loro in diverse occasioni speciali. Barak ha una rara dote di oratore, così come Veltroni che parla di speranza, giovani, ambiente, cosa che non capita spesso. Ha vivacità d'intelletto, e con lui condivido l'interesse per l'Africa, e in questo mi è di grande aiuto in Italia. Ho assistito a scene in cui i politici in sala, quando Barak prendeva la parola, smettevano di parlare. Molti giovani lo seguono. E' un grande oratore, come Roosvelt e Kennedy. Anche Hillary potrebbe farcela, ma io sostengo Obama da prima che entrasse in Senato.
Renèe Zellweger: Mc Cain è stato un eroe di guerra, potrebbe essere un leader forte e bravo. Ma ora dovrebbe toccare ai democratici. A livello internazionale comunque ci dovremmo allontanare dalla direzione presa negli ultimi tempi. Ho passato questi 8 anni trattenendo il fiato.

Nel film viene definito "nonnetto"…
George Clooney: mi hanno detto che sono molto vecchio. Ci scherzo sempre sopra, cerco di allontanare l'inevitabile: ho 46 anni.

Un parallelo con il Clark Gable di 'Accadde una notte'?
George Clooney: Gable avrebbe da obiettare, lo accetto come grande complimento e mi scuso con le famiglie Gable e Grant. Non ho preso molto spunto da quel film, ma ne abbiamo visti tanti di cui sono un fan, come Prima pagina. Non si può arrivare a quei livelli, però facciamo del nostro meglio.

Difficile avere Gorge Clooney come regista?
Renèe Zellweger: ho sofferto un po', ma mi sono divertita. Ha bravura e gentilezza.

Crede che il suo personaggio sia attuale?
Renèe Zellweger: mi piacerebbe essere così, sapere sempre cosa dire e avere quel senso dell'umorismo.

Un omaggio alla "sophisticated comedy"?
George Clooney: volevo fare una commedia. Negli ultimi anni mi offrivano e ho fatto lavori molto seri, ora volevo divertirmi e ci siamo riusciti.

Un'operazione di memoria o fascinazione per un gusto retrò?
George Clooney: forse l'ho fatto per il fascino, anche se vivere negli anni '20 non è detto che fosse così bello, chissà, magari saremmo morti di poliomielite.

Conosce il cinema italiano?
George Clooney: il cinema va avanti per generazioni. Voi avete avuto il periodo migliore, io cerco di rubacchiare da ogni vostro regista.

Le proteste per il massacro del governo cinese in Tibet che coinvolgono la torcia olimpica?
George Clooney: non vogliamo minacciare il boicottaggio. Credo sia giusto protestare per i diritti civili, ma senza che questo comporti violenza.

Continuerà la sua battaglia ambientale per il lago di Como?
George Clooney: ho un grosso legame con Como, forse è la cosa migliore che ho fatto. Ogni volta che atterro sono contento. Voglio il lago ripulito.

I personaggi dei suoi film vanno sempre contro le regole…
George Clooney: abbiamo bisogno di regole, ma mi piace osservare che la gente le vìola regolarmente.

Si è dimesso dall'associazione degli sceneggiatori perché non l'hanno riconosciuto come tale nel suo film. E' pentito?
George Clooney: la notizia non era di pubblico dominio. E' successo quando l'associazione stava per cominciare lo sciopero. Mi capita di pentirmi per le mie scelte, ma in questo caso no.

Il suo personaggio si sposa. E lei?
George Clooney: quando ho fatto "Syriana" non volevo diventare un agente della CIA. La mia vita artistica e personale non si sono ancora mai incrociate.

Cosa pensa dei giornalisti?
Renèe Zellweger: è un mestiere che non vorrei fare, per la responsabilità di negoziare con il caporedattore e per il modo di porre l'informazione. Anche se comunque mi affascina, ci sono delle buone idee. Oggi però si fanno compromessi sull'integrità del senso delle parole, e se non diamo valore alla libertà a cosa dovremmo darlo? E poi non vorrei avere un impatto negativo sulla vita privata delle persone. Ma i giornalisti fanno pure domande difficili e questo va bene, hanno un ruolo importante.

Nella sua carriera in quali personaggi si riconosce di più?
George Clooney: difficile rispondere. Per fortuna mi sono capitati sempre ruoli interessanti. Mi è piaciuto molto quello di 'Out of sight', questo invece è simpaticissimo.

Nei suoi film ha parlato di giornalismo d'inchiesta, CIA, football, cioè elementi importanti - nell'immaginario collettivo - rispetto alla cultura statunitense. Cosa dovremo aspettarci prossimamente?
George Clooney: un musical italiano andrebbe bene (dice scherzando). Non ne ho idea. Per il mio prossimo lavoro mi sono basato su un'opera teatrale che andrà tra poco in scena a New York e riguarderà le elezioni con i loro retroscena. Ad esempio cosa fanno i consulenti dei politici, ma non anticipo altro.

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