07 Ottobre 2008 - Conferenza stampa
"No Problem"
Intervista al regista e al cast.
di Mauro Corso

E' evidente che dopo il pienone di cinque milioni e mezzo di euro dell'ultimo lavoro di Vincenzo Salemme (SmS), la Medusa si aspetta di fare nuovamente jackpot con questo nuovo No Problem. La conferenza stampa si apre proprio con un rapido scambio di battute tra regista e produttore: Salemme esprime stupore di fronte al numero delle sale in cui esce il film (ben 450) e Giampaolo Letta di Medusa scherza "ne avremmo volute fare di meno, ma sono gli esercenti a chiedercele".

In questo film si prende un po' in giro una certa cultura del vino e i corsi da Sommelier, come mai?
Vincenzo Salemme: ormai anche il vino è diventato un fatto di immagine; tutti sono esperti di vini, vitigni e se stai a tavola senti termini come "struttura" e "barrique". Il mio personaggio è un attore fragile quindi ho immaginato si potesse far confondere da un mondo del genere.

Ha voluto indirizzare una critica alla fiction italiana?
Vincenzo Salemme: no, non ho voluto criticare la televisione. Piuttosto volevo lanciare un accusa verso il mondo effimero e senza talento di certa televisione. A volta la Tv da un facile successo che però chi è per varie ragioni più debole spesso non riesce ad amministrare. Il successo inaspettato a volte può essere peggio dell'essere sfortunati.

Rubini interpreta un produttore, si è ispirato a qualcuno?
Sergio Rubini: no, non mi sono ispirato a nessuno, mi sono semplicemente lasciato andare nel mondo di Vincenzo. Tra l'altro abbiamo entrambi una formazione simile perché veniamo dal teatro. Mi sono divertito molto, soprattutto perché Vincenzo Salemme ha la capacità di trasportare il divertimento dello stare insieme sullo schermo.

E invece parlando di bambini...
Vincenzo Salemme: e basta parlare di bambini! (Ride). Fare i complimenti ai bambini perché fanno i bambini è una cosa assurda in cui cadono un po' tutti. Nessuno mi fa i complimenti perché faccio il cinquantenne... mi fanno i complimenti perché interpreto una parte.

Panariello di nuovo nella parte di un matto mattacchione...
Giorgio Panariello: ormai mi vedono come un idiota evidentemente... non hanno nemmen bisogno di fare il casting, quando ne serve uno dicono "Panariello". E' sempre difficile in realtà fare un personaggio di questo genere perché ti devi mantenere sul filo per non cadere nella macchietta. Solo con la fiducia del regista è possibile avere successo in quest'impresa.

In questo film ci sono molti attori di provenienza teatrale...
Vincenzo Salemme: secondo me un attore bravo a teatro è bravo anche in televisione o al cinema. E' un'esigenza personale ma se fosse per me prendere sempre bravi attori che hanno fatto teatro perché trovo siano più credibili: non ti distrai, non pensi a loro, pensi solo al personaggio.

Anche nella sua scrittura c'è un'influenza molto palpabile delle sue esperienze teatrali?
Vincenzo Salemme: il teatro influenza secondo l'esperienza di ciascuno. Il cinema deve moltissimo al teatro. Negli Stati Uniti gli sceneggiatori di cinema fanno anche molto teatro. C'è un legame fortissimo. Qui in Italia però non si dice, chissà perché.
Iaia Forte: inoltre la commedia all'italiana "classica" veniva tutta da scuola teatrale. Credo che non esistano più grandi commedie all'italiana perché non si fa più riferimento ad attori veri.
Vincenzo Salemme: in fondo non esiste l'attore comico o drammatico, ma situazioni comiche o drammatiche. Alberto Sordi faceva ridere perché era un grande attore in grado di rendere tutto il potenziale delle situazioni comiche.

A Panariello è mai capitato un incontro molto insolito con un fan, come succede nel film a Salemme?
Giorgio Panariello: una volta, con un bambino, che ha detto una cosa allo stesso tempo disarmante e molto inquietante. La sua mamma mi aveva indicato e gli aveva detto "lo vedi? E' Panariello, quello della tv che ti fa ridere tanto". Il bimbo ha guardato la mamma e le ha detto serissimo "Panariello non esiste". Evidentemente mi considerava un cartone animato, un personaggio immaginario... non che puoi incontrare Paperino per strada, evidentemente.

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