Sole a catinelle

"Non è Vero ma Ci Credo"

Intervista al cast.


di Francesco Lomuscio28 settembre 2018



Chi non ricorda Paolo Vita e Nunzio Fabrizio Rotondo, i due veejay della storica emittente romana Magic TV, tra il 1992 e il 2006? Dopo aver riscosso notevole successo con la commedia “Innamorati di me”, trasmessa da Sky, approdano al cinema nel loro primo lungometraggio da protagonisti, “Non è vero ma ci credo”, diretto dall’esordiente – ma dalla lunga carriera di assistente alla regia – Stefano Anselmi e di cui hanno curato anche la sceneggiatura insieme ad Andrea Lolli.
Distribuito da Notorious pictures, il film approderà nelle sale cinematografiche il 4 Ottobre 2018 e vede nel cast anche Maurizio Mattioli, Loredana Cannata, Elisa Di Eusanio, Micol Azzurro e Giulia Di Quilio.
Ospiti presso il Terni Pop Film Fest, dove “Non è vero ma ci credo” è stato presentato in anteprima, abbiamo incontrato gli attori per un’intervista.



Come definireste il vostro film?
Paolo Vita: Questa è una commedia, ma non è come tutte quelle che avete visto, a partire dall’argomento riguardante carnivori e vegetariani. È una commedia fiabesca, a lieto fine e divertente, dal linguaggio molto semplice e veramente per tutta la famiglia. Non era nostra intenzione percorrere una strada già tracciata da altri grandi. Chi siamo noi per farlo? È una commedia dal linguaggio veramente semplice, non volgare e in cui anche i più cattivi, in qualche modo, diventano buoni.
Maurizio Mattioli: Io, per esempio, nel film sono un buon delinquente (ride).

E, ovviamente, Paolo, tu e Nunzio ne siete i protagonisti...
Nunzio Fabrizio Rotondo: Non ci sono due protagonisti assoluti, anche gli altri attori hanno bene o male ruoli del loro stesso spessore. La storia riguarda questi due sfigati interpretati da me e Paolo e che, sempre foraggiati dalle mogli, tentano di mettere su attività che, però, gli vanno sempre male. Incontriamo questo lestofante che è Maurizio Mattioli, il quale ci racconta di aver svoltato con una catena di take away vegetariani e, quindi, convinciamo le nostre mogli a finanziarci un ristorante vegetariano. Ristorante in cui lavora anche Micol, ma che va male; quindi invitiamo un critico culinario francese che potrebbe risollevarne le sorti assaggiando le nostre prelibatezze, ma, essendo carnivoro, attuiamo una truffa spacciando il posto come locale in cui chiunque può scegliersi l’animale da scannare e mangiare. Perché, ovviamente, essendo noi vegetariani convinti, non è così. E, in tutto questo, a complicare le cose arriva Loredana.
Loredana Cannata: Sì, perché io sono nel film un’attivista e animalista, come nella mia vita quotidiana.

Tu, Maurizio, cosa puoi raccontarci?
Maurizio Mattioli: Io mi sono divertito molto su questo set, poi mi piaceva l’idea degli animali, avendo avuto fino a quarantotto cani dentro casa. Adesso ne ho solo cinque. Oggi, poi, mica è tanto facile fare un film. Quando facevo la comparsa negli anni Settanta si producevano duecentosettanta film ogni anno, oggi, invece, sessantacinque o settanta perché mettono le mani nelle tasche in sessanta, mentre allora c’erano veramente i produttori. Siamo in un momento piuttosto difficile per il cinema, quindi ho deciso di dare fiducia a questi due pischelli (ride).
Nunzio Fabrizio Rotondo: Noi, comunque, abbiamo avuto la fortuna di girare il precedente film, “Innamorati di me”, sul quale non credeva nessuno, neanche chi lo ha prodotto, perché pensava di mandarlo sul web. Invece, è andato in onda su Sky e si è rivelato la quarta commedia più vista dell’anno. Forse, in base a quello, è arrivato questo secondo film. Dobbiamo ringraziare Mario Spedaletti, che purtroppo non c’è più, perché è la persona che ha creduto inizialmente in noi e che ci ha poi presentato Marco Belardi di Lotus, con cui, in seguito, abbiamo fatto numeri zero di cose non andate in porto. Quando Andrea Leone è entrato in Lotus, vedendo quelle cosine ci ha detto se provavamo a scrivere un film.

Insomma, il film inscena l’eterna lotta tra vegetariani e vegani...
Paolo Vita: Diciamo che c’è, in qualche modo, una insolita convivenza tra tutti, perché, alla fine, vegetariani, vegani e carnivori, nella vita a tavola insieme ci si mettono. Nella storia del film ci sono degli scontri, ma tutti convivono e l’uno, in qualche modo, trasforma l’altro.
Maurizio Mattioli: Io mi sto battendo da una vita. Abbiamo vegani, vegetariani e carnivori, io, invece, dico pastari (ride).
Elisa Di Eusanio: Questo film ha una magia, in quanto, al di là di tutta la diatriba, il punto magico è l’animale, perché, quando arriva, anche il carnivoro più convinto si ferma a pensare. Questa, per me, è la magia del film, perché c’è una tenerezza finale che a me, personalmente, ha disarmato. Io mi sono commossa e non me lo aspettavo. È bellissima questa cosa.
Paolo Vita: Perché è una autoriflessione, non è un giudizio.

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