28 Settembre 2005 - Intervista esclusiva
"Gaya"
Intervista "FACCIA A FACCIA" con Natalia Estrada.
di Andrea D'Addio


In "Gaya" film d'animazione frutto di una coproduzione tedesca/spagnola/britannica, la bella trentatreenne spagnola di Gijon dà la voce ad Alanta, l'unico personaggio femminile. Quando ci riceve, dopo aver completato la conferenza stampa, le premettiamo che la nostra sarà un'intervista "sui generis". Forse per una volta è più interessante scoprire chi sia Natalia Estrada partendo dalle cose più piccole, quelle che conosciamo tutti..

I cartoni animati televisivi della tua infanzia….
Sicuramente Heidi, poi c'era un cartone strappalacrime, in cui c'era un ragazzo, Marco che andava dagli Appennini alle Ande per cercare sua madre. Sua madre era di Genova e lui partiva per cercarla. Lei gli mandava dei soldi, ma ogni volta che lui pensava di averla trovata lei era finita, da un'altra parte. Ricordo che ai tempi quando passava in televisione io ridevo e mia madre piangeva. Adesso ne hanno fatto il remake e l' ho rivisto: stavolta ero io a piangere. Da piccola ero dura come una roccia, non piangevo mai.
Gli altri erano sempre cartoni animati angoscianti come Candy Candy, con delle storie complicatissime piene di intrallazzi, scomparse, problemi economici. Da piccolo sembra che devi soffrire. Solo che i bambini, fortunatamente guardano i cartoni in maniera più leggera, quindi anche se gli mettono le musichette tristi, loro li guardano senza problemi. Quando sei più grande invece, ed hai già accumulato il tuo bagaglio di esperienze negative e quelle tristezze che ti si aggrappano al cuore, tutto quello che vedi lo senti biografico. E ti colpisce di più

C'erano i classici poi dell'animazione, i vecchi Disney…
Beh, io i film li leggevo soprattutto. Avevo una collana molto bella della Disney, da Bongo al Libro della Selva. Vedi, so il titolo in spagnolo, visto che li leggevo là. Comunque conoscevo tutti i classici, anche i racconti di Andersen, tutte le favole. Leggevo anche Emilio Salgari, e quindi Sandokan, e Viaggio al centro della Terra, le storie di Jules Verne. Mi piacevano molto i libri di avventura.

Li vedi mai adesso con tua figlia?
Si, abbiamo una videoteca enorme a casa. Quando lei era piccola (ha 10 anni n.d.r) voleva vedere i film decine e decine di volte per impararne le battute a memoria. Io li vedevo con lei, e quando io mi addormentavo, lei si addormentava su di me. Oppure capitava che lei vedesse il film e io accanto in cucina a prepararle la pappa. Con la coda dello sguardo la guardavo che stava lì attenta alla ricerca di tutti i particolari della storia.

Il tuo rapporto con Internet:
Internet lo utilizzo soprattutto per fare ricerche, per acquisire conoscenze. Ci sono siti ricchi di informazioni, soprattutto di cinema (ci sorride, e noi, soddisfatti, di riflesso). E poi l'utilizzo per tenermi in contatto con la mia famiglia in Spagna. Con msn, quando mio fratello sta a lavoro, c'incrociamo, e parliamo, proprio come se fossimo uno accanto all'altro. Ci mandiamo i messaggi, diventa un momento bellissimo di vicinanza. Internet restringe gli spazi, con la webcam ancora di più.

Già sei una ballerina, cantante, e presentatrice, adesso questa nuova avventura da doppiatrice…
Ho avuto l'opportunità di esprimermi in tantissime cose e davvero ringrazio tutti quelli che me ne hanno dato l'opportunità. E' stato molto stimolante lavorare con Chevalier (il direttore del doppiaggio) che mi ha aiutato moltissimo. Non è stato un maestro da poco. Io purtroppo gioco con lo svantaggio di parlare con una lingua che non è la mia lingua madre, e così qualche errore di dizione, qualche scivolone, è facile che possa prenderlo. Mi sono impegnata al massimo perché ciò non accadesse, ma di certo sarebbe duro fare molte altre volte questo lavoro in futuro.

Il doppiatore è un attore?
E' strano dare solo la voce, non dare e nient'altro. Gli attori parlano molto con i gesti, con gli occhi, con le smorfie. Doppiando, ho scoperto che mentre uno pensa di avere una voce con molte tonalità, molto timbrata, a risentirti capisci che non è così. Se non ci metti molta tensione diventa infatti piatta. E' più difficile quasi che fare l'attore. L'attore non deve esagerare, non deve calcare troppo. Se uno deve fare una scena triste basta uno sguardo languido, una determinata posizione del corpo. Con la voce invece ho dovuto esagerare tutti gli stati d'animo di Alanta, in modo che la voce fosse più ricca.

Hai sentito il doppiaggio originale con la voce dell'attrice Emily Watson? Lei che appare un tipo così pacato e tranquillo, sembra meno azzeccata di te per il personaggio di Alanta…
Si, può darsi. Ma lei ha giocato su questo: sul contrasto tra il personaggio estroverso e l'idea che si ha di lei molto tranquilla e riservata.

Ricordandole che Emily Watson dopo questo lavoro, ha avuto l'opportunità di doppiare anche il favoloso nuovo cartone di Tim Burton: "La sposa cadavere", ci congediamo da Natalia. E' stata cordiale, simpatica e disponibile. Abbiamo cercato di farle ripensare un po' a quando era bambina, e non c'erano quegli oneri da celebrità che preconfezionano spesso tante interviste e "verità" . Chissà, forse ci siamo riusciti.


  

Intervista per il film "Gaya".


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