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10 Novembre 2008 - Conferenza stampa
"Max Payne"
Intervista al protagonista.
di Francesco Lomuscio
Dopo essere approdato a Roma nel maggio 2008, affiancato dal regista di origini indiane M. Night Shyamalan, in occasione dell'uscita italiana di "E venne il giorno", l'attore Mark Wahlberg torna nella capitale italiana per presentare alla stampa "Max Payne", l'attesissimo cineVgame di John Moore.
Prima di lavorare a "Max Payne" sapeva della grande concorrenza tra cinema e videogame?
Mark Wahlberg: Ho amici e colleghi che sono diventati dipendenti da videogame, ma io preferisco dedicarmi ad altro e preferisco che i miei figli pratichino sport e che siano più attivi, non che crescano dinanzi allo schermo. In ogni caso, prima o poi dovrò fare i conti con la tecnologia, perché questo mio allontanamento è un po' fuori moda.
Lei ha mai giocato a "Max Payne"?
Mark Wahlberg: Veramente no, ho comprato una copia del gioco quando mi è stato offerto il ruolo, ma l'ho regalata al mio assistente e mi sono divertito a guardarlo mentre giocava. Terminate le riprese mi è toccato toglierglielo forzatamente dalle mani, altrimenti ora sarebbe ancora là davanti (ride).
Come si è preparato per il ruolo?
Mark Wahlberg: Quando ho letto lo script non sapevo che il personaggio provenisse da un videogioco e lo trovai interessante e stimolante, poi cominciai a preoccuparmi nel momento in cui sono venuto a conoscenza della natura di Payne, perché solitamente questi film si costruiscono su trame quasi inesistenti e protagonisti di poco spessore. In seguito, quando ho scoperto che si trattava di un personaggio umanamente profondo assetato di vendetta, cominciai ad immedesimarmi, perché non saprei neanche immaginare cosa significherebbe per me perdere la mia famiglia.
Come mai questo genere di film e videogame sono amati dai giovani?
Mark Wahlberg: Probabilmente i ragazzi hanno la smania di premere il grilletto, quindi si giustifica il fatto che i giochi più venduti sono solitamente quelli violenti. Comunque trovo che il film somigli molto al videogioco, soprattutto per quanto riguarda il look.
Come mai le riescono così bene questi personaggi tristi e combattuti?
Mark Wahlberg: Avendo avuto un'infanzia difficile di cui porto ancora dentro le ferite, probabilmente la ritrovo in questi ruoli, ho molte cose di cui pentirmi e la mia maestra di recitazione è stata la strada. Comunque, mi piacerebbe molto prendere parte prima o poi ad una commedia.
E' vero che oggi è difficile trovare una buona sceneggiatura?
Mark Wahlberg: Quando mi arriva qualche copione televisivo, ora che faccio il produttore penso subito di trasformarlo in film, ne leggo molti più del passato, ma quelli interessanti sono veramente pochi. Considerando anche il nuovo magnifico Presidente, speriamo che l'America si riprenda anche sotto questo punto di vista.
Attore, produttore, ha mai pensato di diventare regista?
Mark Wahlberg: Ho avuto la fortuna di lavorare con i migliori registi del mondo e di imparare tante cose da loro, quindi mi piacerebbe moltissimo passare dietro la macchina da presa. Avevo pensato di fare un primo film da regista, ma dopo aver preso parte a "Lovely bones" di Peter Jackson mi sono reso conto del fatto che non sono ancora pronto, che ho ancora molto da studiare.
Può dirci qualcosa di "The fighter", che sembrava ormai abortito dopo l'abbandono da parte di Brad Pitt?
Mark Wahlberg: Qualche giorno fa ho incontrato il regista Darren Aronofsky e ne abbiamo parlato; probabilmente il ruolo del protagonista verrà affidato a Daniel Craig e spero che sia così, perché sono stanco di svegliarmi ogni mattina e di allenarmi da due anni senza sosta per un film che forse non si farà mai.
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