21 Dicembre 2005 - Conferenza Stampa
"Match Point"
Intervista al regista Woody Allen ed ai protagonisti Scarlett Johansonn e Jonathan Rhys Mayer.
di Andrea D'Addio


Alla presentazione a Roma di Match point sono presenti Woody Allen, e i due attori protagonisti Scarlett Johansonn e Jonathan Rhys Mayer. Le domande sono rivolte soprattutto al regista newyorkese, la sua sola presenza catalizza l'attenzione di chiunque si trovi nei paraggi.

Nel film si parla di fortuna e talento. Quanto ha inciso una componente e quanto l'altra nella sua carriera?
Allen: A volte penso che tra me e la grandezza ci sono di mezzo io. Non ho mai diretto un capolavoro perché mi manca un elemento fondamentale: il genio. Quando ho fatto questo film ho pensato a Cechov. Lui sì che è un genio capace di scrivere una pièce dove non succede nulla, ma che tutti cercano di imitare. Il genio non è quantificabile, ma questa è la tessera mancante al mio cinema, quella qualità che possedeva Cechov e che fa sì che in molti cerchino di imitarlo senza minimamente riuscire a raggiungere i suoi livelli. Sono sempre stato fortunato nella mia vita, fin dall'inizio. Mi sono quasi sempre trovato al posto giusto nel momento giusto. Ho avuto tutto quello che potevo avere, salute e successo professionale e anche la critica è sempre stata molto buona con me, sorvolando sugli aspetti negativi del miei film ed esaltando quelli positivi. Ma non sono un genio.

La scelta degli attori….
Allen: Volevo due attori che fossero belli e sensuali perché è più facile che lo spettatore rimanga emotivamente coinvolto da loro e diventi anche più indulgente. Avvengono continuamente crimini che rimangono impuniti così gira il mondo. Il personaggio interpretato da Jonathan non è da sempre cattivo, né lo diventa intenzionalmente. E' semplicemente una persona perbene che ha preso una decisione sbagliata: da lì i suoi sensi di colpa. Sono credibili perché loro sono attraenti, carismatici. Anche per questo riescono a fare cose orribili senza essere odiati dal pubblico. È il loro carisma che rende indulgente lo spettatore e gli fa provare simpatia per loro.

Con Match point ha deciso di abbandonare la commedia?
Allen: No, affatto. Dopo questo film ho girato Scoop, sempre con Scarlett, è un'opera molto divertente, almeno nelle intenzioni. Questo per dire che non faccio piani, mi baso solo sull'idea che poi sviluppo: se me ne viene una divertente faccio una commedia, altrimenti un'altra cosa. L'unica cosa che per me è segno di un vero cambiamento è che ho sempre meno voglia di recitare. Questo mi dà l'idea di avere più libertà.

I famosi concerti con la sua band…
Allen: Sono sempre sorpreso quando vengo in Europa e faccio dei concerti e trovo la sala piene di gente. Sono un musicista mediocre, se non fosse per la mia popolarità come regista sono sicuro che non ci sarebbe neanche uno spettatore.

Il film ricorda per certi fatti Crimini e misfatti…
Allen: L'unica similitudine è l'omicidio e il fatto di farla franca. Crimini e misfatti era legato alla questione morale, mentre in Match point è centrale la fortuna. Il fatto che l'essere umano può determinare ben poche cose e dipende in tutto e per tutto a questo elemento.

Dagli States arrivano sempre meno film di qualità…
Allen: E non perché manchino i talenti ma perché le major preferiscono scommettere grosse somme di denaro sui film che possono garantire un certo risultato. Ormai il contenuto del film diventa la tecnologia e interessa poco la trama e i sentimenti. In Usa oggi ci sono molti bravi registi, molti talenti, ma nonostante questo è difficile trovare buoni film. Il fatto è che gli Studios invece di mettere milioni in più di un film, ormai li gettano in uno solo: puntano alla posta più alta. E poi, ovviamente, sono spaventati a morte che le cose possano andare male.

Per la Johansson: Pensa che nel futuro ci sia anche la regia?
Johansson: E' una cosa che prima poi vorrei davvero fare. Quando leggo lo script di un film mi veine spesso da pensare a come girerei certe scene, le costruisco nella mia mente. Poi arrivo sul set, e mi metto a disposizione del regista, ma quella scena io già me la ero immaginata.

Il tuo rapporto con Allen…
Johansson: Da Woody ho imparato una grande lezione: non scendere mai a compromessi con gli studios o il denaro e mantenere intatta la mia integrità artistica. E' fondamentale.

Lei ha iniziato a lavorare al cinema giovanissima, in questo film interpreta un personaggio molto sensuale. Si è scoperta tale, o si è sempre sentita sexy?
Johansson: Mi sono sempre sentita a mio agio con la mia sensualità e non ho fatto un grande sforzo per interpretare questa ragazza così sexy e seducente. Devo dire però che l'intensità e la passione che si vede nel film sono il frutto della perfetta intesa che c'è stata sul set tra me e Jonathan, che è un ragazzo bellissimo.

Per Rhys-Mayer. Come si è avvicinato al personaggio di Chris?
Rhys-Mayer: Dovevo amarlo senza giudicarlo, credere alle sue motivazioni per renderlo credibile agli occhi degli spettatori. Woody ha voluto mostrare la sua disperazione, il suo tormento e lo spettatore fino alla fine spera che se la cavi, nonostante abbia compiuto un'azione terribile.

Si finisce con Allen

La differenza tra adulterio e masturbazione?
Allen: Nel primo caso arriva un grandissimo senso di colpa, la masturbazione è invece puro piacere.

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