Match Point
Dove sei finito Woody? Che ci fai a Londra con una produzione totalemente europea a girare "Matchpoint"? Alla fine l'hai fatto davvero! Allora non era uno scherzo quel finale di Hollywood ending quando il tuo alter ego diceva che solo i francesi e gli europei in generale ti sapevano apprezzare…
Dove ti sei andato a nascondere Woody? Dov'è il tuo viso squadrato dai pesanti occhialoni? Possibile che per la sesta volta (la seconda consecutiva dopo il medio Melinda e Melina) in oltre quarant'anni di carriera hai deciso di fare un film solo dietro l'obiettivo e non anche davanti? Dove sono le tue battute fulminanti, i tuoi monologhi nevrotici, dove la tua eterna sfortuna e il tuo balbettio reso celebre da Oreste Lionello? Possibile che in tutto il film, di te si senta giusto il respiro nel finale e quando i ricchi sposi protagonisti parlano di una coppia perfetta di loro amici, felice perché composta da due tizi dalle nevrosi complementari? Sei strano Woody, senza dubbio! Perché mentre uno ti cerca, provando ad identificare i tuoi soliti indizi, tu lo spiazzi e fai un film che con te, il "classico te", non c'entra nulla. E che film…
"Matchpoint" è un grande film, non c'è che dire. Una pellicola che vive di negazioni, di realismo, una storia che non accetta ipocrisie. Fortuna ed egoismo talvolta vanno a braccetto, inutile negarlo. Cos'è davvero la buona sorte?quanta sfortuna c'è in una pallina da tennis che dopo aver coros sul nastrro va a cadere nel tuo campo ? Davvero pensi che come diceva Sofocle la sorte migliore per gli uomini sarebbe non essere mai nati?
E tu, per tutto il tempo che noi stiamo lì ad assistere alla storia di questo novello Tom Ripley del terzo millennio (l'algido e bravo irlandese Jonathan Rhys-Meyers), di quest'uomo dallo sguardo di ghiaccio che vive di istinti, ma che è schiavo di ciò che possiede (un tipo che il Tyler Durden di Fight Club avrebbe ammazzato di botte), che legge e poi attua il Dostoevskij di Delitto e castigo, tu non fai altro che lanciarci segnali.E' anche questo un film in cui dobbiamo trovare te stesso? Stai disteso anche stavolta sul lettino aspettando che il pubblico psicanalista ti dia una diagnosi? Sei tu il protagonista? E' tua la passione irrefrenabile che travolge sotto la pioggia? Sei tu quest'uomo finalmente a suo agio con la sessualità? Sei tu ad essere finalmente "vincente".
Rispondi Woody, perché un film così forte, così intensamente bello, da te ce lo aspettavamo, ma non con questa formula, non con una donna fatale (la sempre più bella Scarlett Johansonn) che fa tanto film noir, non con questo feroce confronto tra diverse culture e classi sociali, non così smaccatamente ingiusto.
Ci hai spiazzato Woody e di questo, ti ringraziamo.

Andrea D'Addio

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