08 Settembre 2011 - Conferenza
"L'ultimo terrestre"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio

Affiancato dal produttore Domenico Procacci e dal cast, il fumettista Gian Alfonso Pacinotti è approdato presso la sessantottesima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia per presentare "L'ultimo terrestre", suo esordio registico.

Questo film nasce dal fumetto realizzato da un altro…
Gian Alfonso Pacinotti: Sì, mi sembrava un libro bellissimo, poi il fatto che volessi bene all'autore è un fattore secondario.

Come è arrivato Gabriele Spinelli a Pacinotti?
Gabriele Spinelli: Sono arrivato a Pacinotti per vicinanza geografica, perché abitiamo vicini (ride). Scherzi a parte, mi piacevano i suoi cortometraggi, la sua ironia, quindi, insieme ad altri amici abbiamo cominciato con lui ai suoi lavori casalinghi. Poi, un giorno mi ha telefonato per chiedermi se volevo partecipare a questo film che doveva girare per Fandango e ha deciso di farmi fare il protagonista. Si tratta di un personaggio particolare, molto psicologico.

Nel film sembra essere presente una chiave di lettura molto forte relativa al non rispetto dell'altro?
Gian Alfonso Pacinotti: E' vero che ho fatto bei personaggi molto brutti, che hanno solo il lato malvagio. Truffaut diceva che un personaggio deve avere due lati, ma, se guardo gli esponenti della classe dirigente italiana, mi accorgo che ne hanno uno solo. Quindi, penso che Truffaut avrebbe dovuto vedere l'Italia del 2011 (ride).

Roberto Herlitzka come è stato coinvolto?
Roberto Herlitzka: Mi è piaciuta la sceneggiatura, quando l'ho letta mi è sembrato proprio di entrare in un fumetto. E' una storia che ci ha permesso totale libertà.

Nell'Italia di oggi, chi potrebbe essere l'extraterrestre che fa esplodere contraddizioni?
Gian Alfonso Pacinotti: Non saprei proprio rispondere, comunque, per me il sentimento fondamentale, nel film, è la compassione.

Luca Marinelli come si è trovato ad interpretare il transessuale?
Luca Marinelli: Un giorno mi squilla il telefono e mi dicono che ci sarebbe da interpretare questo ruolo di trans. Io non lo vedevo, vedevo solo bianco e i suoi sentimenti. Poi ci sono stati i provini e, inizialmente, ero un po' imbarazzato, perché vi andavo a prendere parte truccato da donna. Ma è stata un'esperienza meravigliosa.

Anna Bellato cosa ci racconta di questa esperienza?
Anna Bellato: Anna è un personaggio che ho amato molto fin dall'inizio, perché ha dei punti in comune con me. Per affrontare il personaggio, Alfonso mi ha fatto un grande regalo, perché mi ha dato un diario segreto in cui era scritto come Luca vedeva Anna.

Come sceglie gli script Domenico Procacci?
Domenico Procacci: Credo che ogni produttore abbia il suo criterio, ma questo progetto, in realtà, è nato da un mio incontro con Gian Alfonso alla fiera del fumetto di Lucca. Abbiamo iniziato a parlare e tutto è nato per un interesse verso il fumetto. Tra l'altro, io vedevo in lui un autore cinematografico.

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