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04 Settembre 2009 - Conferenza
"Lourdes"
Intervista alla regista e al cast.
di Francesco Lomuscio
Regista del thriller "Hotel", Jessica Hausner è approdata presso la 66ª edizione della Mostra d'arte cinematografica di Venezia per presentare alla stampa "Lourdes", primo film che, a dicembre, uscirà con il marchio della nuova società Cinecittà Luce, il cui presidente Luciano Sovena ha preso parte alla conferenza. Grande assente la protagonista Sylvie Testud, impegnata per lavoro, mentre hanno partecipato gli altri interpreti Léa Seydoux, Bruno Todeschini e Gerhard Liebmann.
Per questo film, la religione è stata presa come tema per parlare d'amore?
Jessica Hausner: Diciamo che il tema dell'amore è soltanto un aspetto di questo film, che parla più che altro dell'ambivalenza del miracolo, del fatto che non è possibile dire se esso avvenga per un determinato motivo o se durerà.
Lei viene da una cultura cattolica?
Jessica Hausner: Io sono cresciuta in un ambiente cattolico e ho avuto un'educazione cattolica, poi ho abbandonato quel mondo e mi sono sbattezzata. Sono curiosa di sapere come reagirà il mondo cattolico al mio film.
Ci può parlare del suo incontro con l'arcivescovo di Lourdes?
Jessica Hausner: Sì, non ho incontrato solo l'arcivescovo di Lourdes, ma anche molti altri sacerdoti, ho fatto una grande ricerca, riscontrando diversi punti di vista. Per esempio, ho trovato preti che riconoscevano la mancanza di chiarezza nella guarigione, l'ambivalenza di cui ho parlato prima e il fatto di non sapere bene quali siano i piani di Dio.
Credete veramente nei miracoli?
Jessica Hausner: Quando sono andata a Lourdes la prima volta, per me è stato uno shock, perché mi sono trovata tutte queste persone tristi e malate in cerca di una speranza per risolvere i loro problemi fisici.
Gerhard Liebmann: Le mie emozioni sono state simili a quelle descritte da Jessica, da un lato ero veramente shockato, poi, però, quella sensazione si è trasformata nel senso di rispetto nei confronti di quelle persone speranzose, a prescindere dal fatto che io ci creda o no. Mi ha fatto pensare a una sorta di Disney cattolica, perché da una parte ci sono le persone in cerca della miracolosa guarigione, dall'altra tutto sembra una sorta di fiera.
Léa Seydoux: Prima di girare il film, ero veramente inquieta all'idea di dover partire per Lourdes, anche perché non sono religiosa. Mi ha colpito proprio questa fiera, questo lato commerciale che trovo brutto e disgustoso, ma la speranza delle persone mi ha portata a riflettere.
Bruno Todeschini: Io non sono un credente, ma neppure un ateo, si tratta di un cammino che viene fatto all'interno, ma Lourdes è particolare, perché a volte si può ridere. Però non si può ridere di queste persone che vanno lì piene di speranza.
Luciano Sovena: Io credo che questo film possa accontentare sia i laici che i cattolici.
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