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08 Aprile 2008 - Conferenza stampa
"La seconda volta non si scorda mai"
Intervista al cast e al regista.
di Francesco Lomuscio
In occasione dell'uscita nelle sale di "La seconda volta non si scorda mai", secondo lavoro realizzato dalla coppia Francesco Ranieri Martinotti-Alessandro Siani, il regista e l'attore, affiancati da buona parte del cast, hanno incontrato a Roma la stampa.
Siani, ironico come al solito, ha aperto divertito la conferenza: "Eravamo un po' scettici sulla scelta dell'attrice, perché volevo una sorta di Pupella Maggio, ed Elisabetta, in effetti, in alcuni momenti presenta sfumature alla Titina De Filippo, tanto che, in due mesi che è stata a Napoli, si è imparata soltanto 'Ue' ue'! Comunque, quando sono andato dai produttori, gli ho detto che volevo fare un film senza grandi aspettative, una via di mezzo tra 'La donna che visse due volte' di Alfred Hitchcock e 'Quarto potere' di Orson Welles" (ride).
Da dove nasce l'idea per questo secondo film insieme?
Alessandro Siani: Diciamo che era molto difficile scrivere questo secondo film, perché oggi si cerca sempre il colpo ad effetto, come la ragazzina di 17 anni che va con l'uomo di 36, noi, invece, abbiamo fatto una storia tra coetanei (ride). A me interessava rappresentare una Napoli che esiste ma non si vede: quella dei sentimenti, perché se a Napoli sono nate tante canzoni d'amore un motivo ci sarà.
Il film inizia come "Scusate il ritardo" con Massimo Troisi, però, invece di un funerale, abbiamo una riunione tra amici. Si tratta di un omaggio?
Alessandro Siani: In questo momento, qualsiasi cosa tu faccia sembra sempre che sia già stata fatta da qualcun altro. Io e Francesco, che, oltre ad interpretarli, scrive i film con me, cerchiamo sempre di allontanarci da tutto, ma alla fine nei nostri lavori esce comunque qualcosa che si trova in altre pellicole.
Francesco Albanese: Purtroppo, quando facciamo qualcosa finiamo sempre sulla strada di Troisi o Arena, però, principalmente, cerchiamo ogni volta di creare situazioni in cui lo spettatore si possa rispecchiare.
Rispetto a "Ti lascio perché ti amo troppo", in cui Alessandro sembrava un po' un fiume in piena, qua, tanto per riprendere una battuta del film, sembra recitare con toni pacati…
Francesco Ranieri Martinotti: E' chiaro che c'è stata una crescita artistica, anche perché, quando abbiamo girato il primo film, Alessandro e Francesco avevano alle spalle quindici anni trascorsi a cavalcare palcoscenici, e il rapporto con la macchina da presa bisogna svilupparlo e conoscerlo. Poi, dopo "Ti lascio perché ti amo troppo" la recitazione di Alessandro è migliorata e ora sfoggia una certa umanità anche nelle parti drammatiche.
Quali sono i punti di riferimento di Elisabetta Canalis? Continuerà a fare l'attrice?
Elisabetta Canalis: Io non mi ispiro a nessuno, chiaramente ho attori e attrici che mi piacciono moltissimo, ma sono completamente diversa da loro, quindi troverò una mia strada.
In questo film interpreto Ilaria, una donna forte e attuale accoppiata con un uomo maturo che è un punto di riferimento, quindi un ruolo di madre, che non è semplice; ma non la madre felice con una famiglia, una ragazza sola aiutata esclusivamente dalla vicina di casa interpretata da Clara Bindi.
Comunque la tv è il mio primo lavoro e amo quello che faccio, anche perché al cinema non sono in grado di ricoprire tutti i ruoli; certo, personaggi come questo mi piacciono e li accetto.
Cosa può raccontarci Miriam di questa esperienza?
Miriam Candurro: Devo dire che, fin da subito, con Alessandro è nata una complicità fortissima. Durante le riprese è stato difficilissimo non ridere.
Francesco Ranieri Martinotti: Poi abbiamo scoperto che Miriam ha visto tutti gli spettacoli di Alessandro, quindi è una sua biografa (ride).
Alessandro, come comico e autore a chi ti ispiri?
Alessandro Siani: Mi piace molto Pippo Franco e un Martufello prima maniera (ride). No, sinceramente sono legato a Totò, Eduardo De Filippo e Massimo Troisi, poi mi piace molto Benigni. A me piace quel tipo di scuola dove c'è poca volgarità e molta umanità. Ad esempio, nei due film di Natale che ho interpretato non dico neanche una parolaccia.
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