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29 settembre 2004 - Conferenza stampa
"La mala educacion"
Intervista a Pedro Almodovar, Fele Martinez e Javier Camara
di Laura Spina
Si sposta, così, l'attenzione sul cinema spagnolo attuale che, nonostante stia vivendo un momento molto positivo in ambito europeo, in patria non è affatto supportato dalla stampa specializzata né dagli apparati di distribuzione (quest'anno sono approdati nelle sale solo 120 film spagnoli, che al box office hanno realizzato appena il 20% degli incassi complessivi). E' Camara a parlarne: "Almodóvar per noi è un simbolo, è conosciuto in tutto il mondo e ha successo anche in America. E, oggi come oggi, il panorama cinematografico spagnolo è ricco di registi ed attori che si stanno affermando a livello europeo, basti pensare ad Amenàbar. Solo che esiste uno strano fenomeno, in Spagna: i giornalisti cinematografici sono poco "nazionalisti", in questo senso, e tendono a ritenere dei capolavori solo quei film che arrivano da paesi stranieri, America in testa. Invece, dovrebbero insegnare ad amare i nostri artisti ed impegnarsi a portare gli spagnoli al cinema".
"Ma questo è piuttosto difficile", interviene Martìnez "se in copertina si vedono sempre e solo attori americani! Quando abbiamo chiesto alla direttrice del periodico Cinemania perché non mettevano quasi mai in copertina attori o registi spagnoli, ci ha risposto che, quando è stato fatto, il giornale ha venduto meno...". Ormai il tema ha infervorato gli animi e la discussione non accenna a spegnersi. "E' tutta una questione economica", incalza Càmara. "Per ottenere una copertina su uno di questi periodici di cinema devi sborsare un sacco di soldi - e gli americani lo fanno. Ultimamente, in via eccezionale c'è stato Javier Bardem, il protagonista di "Mare dentro": era bellissimo, vestito bene, pettinato bene... Poi apri il giornale, ti aspetti di trovare un gran bell'articolo in prima pagina ed invece scopri che al film è stato dedicato un trafiletto di poche righe. E, per giunta, gli vengono attribuite solo tre stelle, mentre ad altre due pellicole americane recensite lì, sulla stessa pagina, ne sono state date cinque. E' un insulto!".
Ma quando chiedo a Martìnez, attore-feticcio di Amenàbar, cosa ne pensa del suo ultimo lavoro e del successo ottenuto al Festival di Venezia, lui si illumina tutto e risponde: "Sono molto contento per lui. Alejandro è un mio amico, abbiamo cominciato insieme e gli sono estremamente grato dal punto di vista professionale. Il film è meraviglioso, e lui ha dimostrato una maturità notevole nel trattare un tema sociale così fortemente sentito in Spagna. E poi Javier è un attore stupendo, completo... un vero talento".
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