27 Febbraio 2006 - Conferenza Stampa
"La guerra di Mario"
Intervista al regista ed alla protagonista.
di Elisa Giulidori


Sono presenti alla conferenza stampa del film "La guerra di Mario", il regista Antonio Capuano e l'attrice protagonista Valeria Golino. E subito Capuano ci prende in contropiede iniziando lui a fare le domande: "Vi è piaciuto il film?" e alle tante risposte positive chiede "Perché? Perché vi è piaciuto?". Davanti all'imbarazzo generale ci giustifica: "Certo appena finito di vedere un film si hanno solo vaghe sensazioni, poi ci si pensa più razionalmente. E' che mi piace sapere cosa pensa la gente, perché ognuno di noi dà un'interpretazione diversa. Ognuno ha una sua versione e vengono aggiunte di volta in volta cose nuove ed interessantissime.
Per esempio ieri sera mi ha telefonato uno scrittore napoletano e mi ha detto cose bellissime. Ha pensato che la zona di Posillipo dove vive Giulia è a Occidente, mentre la zona di Ponticelli, dove viveva Mario è a Oriente e in mezzo a queste due zone c'è la città. Questo passaggio dà la sensazione di una città larga, dove non esistono più le periferie e dove nessuno può dirsi sicuro nella sua zona, perché la vita scomoda è arrivata ovunque. Giulia è proprio una di quelle persone che cercano di andare verso le periferie, di abbattere questi confini."


Ma secondo lei esistono persone come Giulia, aperte al diverso?
Antonio Capuano: Io non ho inventato Giulia, né Mario. La loro storia è reale. E' la storia di una mia amica che lavora nel volontariato, naturalmente poi il film è un'opera personale, dove c'è molta parte di me. Ma persone come Giulia, impegnate a travolgere i confini, ad allargare i propri orizzonti, ce ne sono tante.
Valeria Golino: E' evidente che Giulia esiste ma c'è una borghesia più chiusa, rappresentata dalla madre di Giulia.

Il personaggio di Giulia è un personaggio positivo ma il finale è amarissimo. E' come se Giulia avesse osato troppo…
Antonio Capuano: Ma la presenza di Mario è stata una presenza positiva, anche se difficile e guerreggiata la loro convivenza ha dato moltissimo a Giulia, è stata questa presenza a provocare la maternità di Giulia che non voleva avere figli.
E' Mario che alla fine del film deve continuare la sua guerra.
Il vero Mario in tribunale ha detto: "Mi ero appena abituato a chiamarla mamma…"

Mi sembra che il punto centrale per capire il personaggio di Giulia sia quando si confronta con la madre e le rinfaccia di non averle "mai passato la maternità". Si capisce che Giulia ha paura di diventare madre in contrasto con questa voglia di affido. Ma nel film non viene spiegato.
Valeria Golino: Il motivo per cui l'ha fatto la vera Giulia è che facendo volontariato si è affezionata ad uno di questi ragazzi delle case famiglia e ha deciso di prenderlo in affido.
E' vero che quella scena è importantissima per il mio personaggio e io avevo molta paura di farla, perché erano parole molto pesanti. Ma ora è una delle mie preferite.
Antonio Capuano: Nel film si capisce dalle prime scene che Giulia non vuole dei figli ma noi non volevamo essere troppo didascalici, perché la vita è più complicata di quello che si può spiegare. Lei è problematica fin dall'inizio del film, in casa c'è già una forte tensione. Forse Giulia ha pensato che fosse più semplice accudire un bambino già grande.

Nel corso del film Mario pensa la sua vita attraverso le esperienze di bambini guerriglieri dell'Africa. Come se la sua storia non fosse abbastanza dura…
Antonio Capuano: Il vero Mario dopo essere stato allontanato da Giulia ha iniziato a ritagliare articoli di giornali e riviste dove si parlava dei bambini combattenti della Sierra Leone, del Congo, ect. L'ho voluto inserire perché Mario, forse, avrebbe preferito quella guerra lì, perché quella guerra è più liberatoria. Non vorrei scandalizzare nessuno ma le nostre guerre sono più subdole, più dure, i bambini si devono confrontare con la freddezza, la solitudine.

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