08 Settembre 2005 - Intervista
"La bestia nel cuore"
Intervista "FACCIA A FACCIA" al cast ed al regista.
di Pierre Hombrebueno
Intervista con Regista e Cast di La Bestia nel cuore, il secondo film italiano In Concorso qui al Festival di Venezia.
(PRESENTI ANGELA FINOCCHIARO, STEFANIA ROCCA, ALESSIO BONI)
Ci parlate un po' dei vostri personaggi?
Angela Finocchiaro: Il mio personaggio ha avuto una chiusura totale dopo l'abbandono di suo marito. Questo dolore però, ha fortunatamente lasciato uno spazio dove inserire sentimenti nuovi, quest'amicizia/amore che dopo arriverà con Emilia (il personaggio di Stefania Rocca). E' quel dolore che ti lava, che ha permesso al mio personaggio di incontrare l'amore in un modo alternativo.
Stefania Rocca: Appena ho scoperto che il mio personaggio sarebbe stato cieco, ho subito contattato dei centri per persone con questo handicap. Mi ha risposto un centro francese, dove ho passato ben 3 mesi di volontariato. Ho osservato come si muovono, come vivono… insomma, è stato un forte impatto. C'è chi risponde alla cecità con la rabbia e chi col fatalismo..
Alessio, questo film mostra un mondo dello spettacolo frustrato, è veramente così? Nel mondo dello spettacolo vi sentite davvero così esausti e frustrati?
Alessio Boni: La verità è che le frustrazioni del mondo dello spettacolo sono molto peggio di come è mostrato in questo film.
In questo film la maggioranza dei personaggi sono donne. Che cosa le lega tra di loro?
Stefania Rocca: Tutti i personaggi hanno un segreto da nascondere. Oppure una vergogna da coprire. E' questa la chiave d'approccio che li lega.
Angela, il tuo personaggio nel film possiede anche una grande chiave ironica. Anche nel libro era così, o ti sei dovuta adattare in qualche modo e creare un approccio diverso?
Angela Finocchiaro: Il libro è straziante. Il personaggio di Maria è ruvida, cinica, fa quasi battute involontarie. Il fatto è che non la tocca più nulla, non sente più dolore.
E si, ho reso l'Angela del film molto più ironica, però attenzione: sempre quel tipo di ironia con una grande carica drammatica.
(ARRIVA LA SIGNORA COMENCINI…)
Cristina, come ti senti qui a Venezia?
Cristina Comencini: Sono molto angosciata, davvero. Non sono mai stato in un Festival, e a quanto pare qua la critica sa essere spietata. Però ho grande fiducia nel film, è un'opera che ha una grande forza…
In che modo ha adattato il romanzo, che ricordiamo, è stato scritto sempre da lei?
Cristina Comencini: Diciamo che il Cinema dev'essere più sintetico. Però parti in un certo senso avvantaggiato, perché se il libro si ferma alla parola, o anche a più parole insieme, il Cinema si basa sulle immagini, e in un immagine puoi imprimere tantissimi elementi. Insomma, come si dice: un'immagine vale più di mille parole.
Poi è chiaro che dal libro è stato tagliato qualcosa..
Come mai la censura voleva far uscire questo film col V.M 14? Sarà per l'omosessualità? La pedofilia? L'adulterio? O Cosa?
Cristina Comencini: Per la Chiesa Cattolica.
Ahah, davvero?
Cristina Comencini: Ahah, no dai.. però la censura è davvero fascista. Insomma, per un po' mi sono vergognata di essere un'italiana.. poi per fortuna han capito il vero senso del film e hanno levato il V.M 14..
Quali sono state le difficoltà maggiori che ha incontrato durante la lavorazione?
Cristina Comencini: La scena dell'incubo con la bambina. Innanzitutto avevo la responsabilità verso i suoi genitori, poi, doveva essere un incubo forte, spietato, ma anche lasciare un senso di confusione. E si, abbiamo veramente messo la bambina in una situazione realmente di incubo.
Che cosa è la "Bestia" nel cuore: La colpa o la vergogna?
Cristina Comencini: E' la pulsione che dà la vita. Non ci sarebbe amore senza la bestia. E' un qualcosa che c'è da sempre..
Come si è trovata col cast?
Cristina Comencini: Loro partivano avvantaggiati, perché oltre ad avere la sceneggiatura, avevano anche il romanzo. Insomma, potevano basare la propria creazione del personaggio sia con la mia direzione e lo script, sia cogliere punti interessanti del romanzo. Ed è per questo che vediamo queste grandi performance in tutto il film, non solo perché sono attori bravissimi, ma anche perché avevano molto materiale a disposizione.
Fin dall'inizio aveva in mente questo cast?
Cristina Comencini: Si, tutti. Tranne Stefania Rocca. E' che lei è così bella ed elegante che non la credevo adatta per il personaggio. Poi ha fatto il provino e ci ha tutti lasciati di stucco.
Nonostante la grande drammaticità del film, c'è comunque una sottile linea d'ironia.. ce ne parla?
Cristina Comencini: Penso sia una tradizione di famiglia. Insomma, io non posso non far ridere. Ho questa visione della vita tragicomica, e amo le contaminazioni di genere. Per esempio ho amato alla follia Million Dollar Baby di Clint Eastwood, proprio perché nonostante il dramma che narrava, riusciva comunque a strapparci qualche risata, un'ironia sottile sottile.
Che cosa temeva da questo film?
Cristina Comencini: Che non si capisse perché l'ho fatto. Che il lato umano non uscisse fuori.
(ARRIVANO GIOVANNA MEZZOGIORNO, LUIGI LO CASCIO, E GIUSEPPE BATTISTON)
Luigi, tu sei già stato presente qui al Festival di Venezia diverse volte.. come ti senti?
Luigi Lo Cascio: Si, questo è il mio quarto film In Concorso qui a Venezia. Cerco di viverlo in maniera molto tranquilla, divertendomi..
Ci parlate un po' dei vostri personaggi?
Giovanna Mezzogiorno: Per quanto mi riguarda, sono rimasta molto affascinata dal mio personaggio dopo aver letto il libro. Insomma, è una donna che dalla vita non vuole problemi.. vuole solo vivere una vita anche piatta.. E poi, guardacaso, sarà proprio su di lei che si abbatterà il fulmine della sfortuna. E' veramente straziante. Melodrammatica e tragica.
Giuseppe Battiston: Il mio personaggio ha un rapporto sereno con i suoi limiti. E' un uomo politicamente scorretto, che dice cose anche cattive.. però è proprio in lui che risiede un grande lato comico del film.
Come vi preparate per un personaggio?
Giovanna Mezzogiorno: Purtroppo, e mi dispiace dirlo, io non ho un mio metodo. Ascolto molto il regista. In questo film mi sono fidato a cieca di Cristina.. è che io non riesco a costruire il personaggio o la scena da sola.. e in questo senso Cristina si è rivelata ancora una volta una grandissima regista, che mi è stato di grandissimo aiuto.
Luigi Lo Cascio: Io sono come Giovanna. Siamo entrambi senza metodo. O almeno, uso un metodo che non è quello imparato in Accademia. Il metodo scolastico richiede e sogna la metamorfosi. Io, più che entrare in un personaggio, preferisco dimenticare chi sono e far entrare il personaggio in me. E' un procedimento all'inverso.
Luigi, il tuo personaggio, anche se appare per poco, è in un certo senso il nucleo: è come se tu fossi il padre, quello buono… che cosa ci dici a riguardo?
Luigi Lo Cascio: Si, è vero. E' una persona colpita dalla follia. Ho trovato molto importante la scena dei fuochi d'artificio. E' il simbolo di una trasformazione interna, il trovare coraggio nell'affrontare le cose e guardare la vita in faccia.
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