La bestia nel cuore
Quando, dopo pochi minuti dall'inizio del film, appare Giovanna Mezzogiorno fare jogging per un parco romano, l'idea che si tratti dell'ennesimo film "alla Muccino"(ormai replicato all'infinito da registi meno dotati di lui) si fa incombente. Di quel tipo di cinema invece "La bestia nel cuore" di Cristina Comencini conserva giusto gli attori, visto che il tema del racconto così come il suo sviluppo appaiono finalmente fuori delle tante banalità cui siamo abituati qui da noi. Che la citazione della scena finale di "L'ultimo bacio" sia quindi omaggio o sottile ironia rimane comunque un mistero…

Sabina (Giovanna Mezzogiorno) sembra in apparenza avere tutto. Ha un compagno attore che la ama: Franco (Alessio Boni), e un lavoro da doppiatrice che svolge con piacere assieme a Maria (Angela Finocchiaro); ma da quando il padre è morto, strani sogni le impediscono di vivere serena. Decide quindi di partire per gli Stati Uniti dove il fratello Daniele (Luigi LoCascio) vive da tempo, per scoprire se ciò che la tormenta sono semplici incubi o veri e propri ricordi. Nel frattempo Maria fa amicizia con Emilia (Stefania Rocca), una ragazza non vedente amica di Sabina fin dall'infanzia…

Qui al Festival di Venezia dove il film è in concorso è stato un vero sollievo poter applaudire con convinzione "La bestia nel cuore". Questo perché alcuni registi (leggasi Faenza) parlano di un pregiudizio negativo dei giornalisti nei confronti del cinema italiano. Come si è potuto vedere, non è così.
"La bestia nel cuore" affronta tematiche troppo spesso trascurate, come la violenza domestica, l'amore omosessuale, la cecità, la necessità di conoscersi per affrontare al meglio la vita che verrà.
La sceneggiatura della Comencini (che ha scritto anche il libro omonimo) è organica e completa. Nulla viene introdotto senza poi essere approfondito e il ritmo si mantiene bene in equilibrio tra dramma e ironia. Tutti i personaggi hanno un ruolo importante nella storia e partecipano attivamente alla costruzione del messaggio: la necessità di comunicare.
E' così per Sabina e Daniele per il loro segreto, è così per Emilia che crede di preferire una vita sotterranea e sicura ad una all'aperto e rischiosa, è così per Franco e il suo tradimento.
Non mancano poi le frecciatine (finalmente!) ai modi e ai tempi con cui si fanno gli sceneggiati televisivi, ben in contrasto rispetto alla professionalità e alla qualità dei registi della grande tradizione italiana del passato che la Comencini ci ricorda con una nostalgica carrellata iniziale di loro foto fra cui possiamo riconoscere il volto di Luigi Comencini, il padre di Cristina.
Gli attori risultano tutti in parte, a partire da Angela Finocchiaro, qui forse alla sua migliore interpretazione di sempre. A lei sono affidati gli spunti comici della vicenda, ma anche la scoperta dell'amore lì dove non si osa cercare. In un suo sguardo in una scena con Stefania Rocca alle sue spalle, leggiamo tutta la bravura di un'attrice da troppi sprecata. Finalmente, un bel film italiano.

La frase: "Da cosa mi devo salvare?".

Andrea D'Addio

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