28 Aprile 2006 - Conferenza Stampa
"Viaggio alla Mecca - Le grand voyage"
Intervista al regista.
di Francesco Lomuscio


Regista del coinvolgente Le grand voyage, rititolato in Italia Viaggio alla Mecca, Ismaël Ferroukhi ha incontrato a Roma la stampa, in occasione dell'uscita del film, dopo due anni di attesa.

Per incominciare vorremmo chiederle che valore ha il viaggio alla Mecca per chi non è musulmano praticante?
Ismaël Ferroukhi: Beh, chi non è praticante non fa il viaggio alla Mecca; io, ovviamente, ho fatto il viaggio e sono stato lì a girare, dove ho avvertito il grande senso spirituale della cosa: sono tutti vestiti alla stessa maniera e non riesci a distinguere i ricchi dai poveri.

Ci sono stati problemi quando avete girato alla Mecca?
Ismaël Ferroukhi: Era la prima volta che si autorizzavano le riprese di un film alla Mecca ed ero molto emozionato perché era il mio primo film, ma non c'è stato nessun rischio e non abbiamo avuto alcun problema con i pellegrini.

Sono molto forti in Francia i contrasti tra le giovani e le vecchie generazioni?
Ismaël Ferroukhi: Esiste il fossato tra le diverse generazioni, ma il conflitto generazionale è universale, poi, se sei di un paese diverso da quello che ti accoglie le sue dimensioni sono ancora più grandi, a causa della lingua ed altro. E la soluzione per me risiede nella riconciliazione.

Che idea ha del rapporto tra Islam e Occidente?
Ismaël Ferroukhi: Penso che sia un rapporto che si sta degradando, sebbene nel mondo bisognerebbe aiutarsi l'uno con l'altro arricchendosi, mentre ci si impoverisce proprio perché ci si attizza l'uno contro l'altro.

Cosa può dirci a proposito della figura dell'anziana signora che appare nel film?
Ismaël Ferroukhi: La sua presenza contribuisce a far emergere subito la differenza tra il padre ed il figlio: per il primo equivale ad un angelo venuto dal cielo, mentre per il secondo ad una strega. Come in tutti i viaggi, quindi, si tratta di un imprevisto di percorso che, a seconda delle diverse persone, può essere interpretato come una guida o una minaccia.

Quanto è costato il film?
Ismaël Ferroukhi: Circa un milione di euro ed è una co - produzione maggioritaria francese.

Come mai non è uscito nei paesi arabi?
Ismaël Ferroukhi: Penso che il motivo principale sia riscontrabile nell'assenza di strutture in cui distribuirlo; certo, il grosso film commerciale tipo Spider - man esce sicuramente, con i prodotti d'autore ci sono più problemi.

Ha avuto qualche punto di riferimento cinematografico nella realizzazione del film?
Ismaël Ferroukhi: No, non ho avuto punti di riferimento, anche perché sono autodidatta e non ho una grande cultura cinematografica, però me ne hanno sempre trovato qualcuno in ogni paese in cui sono andato a presentare il film.

A tal proposito, il confronto generazionale su quattro ruote raccontato in Viaggio alla Mecca ricorda molto quello visto in un nostro vecchio film: Il sorpasso di Dino Risi. Lo conosce?
Ismaël Ferroukhi: No, non lo conosco, però, quando ero piccolo, mi alimentavo con molto cinema italiano che veniva dato all'interno di trasmissioni periodiche notturne chiamate Cineclub. Anche se non capivo i film perché erano in lingua italiana, li guardavo.

Sta lavorando ad un nuovo film?
Ismaël Ferroukhi: Per un anno e mezzo non ho fatto altro che viaggiare per presentare Viaggio alla Mecca in giro per il mondo. Da tre o quattro mesi ho ricominciato a scrivere.

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