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Il dittatore: Benvenuti a Wadiya
Arriva il 15 giugno nelle nostre sale l'atteso Il dittatore. Per l'occasione vi proponiamo una esclusiva intervista video (sottotitolata in italiano) al premio Oscar Ben Kingsley e vi presentiamo Wadiya e i personaggi principali del film!
La nazione nord africana di Wadiya ha le potenzialità per essere la prossima Dubai… se non fosse per la povertà schiacciante, la mancanza di raffinatezza e l'uomo che regna dall'alto del suo trono ereditato, il Generale Haffaz Aladeen.
"Ha perso la sua legittimità a governare", ha detto il presidente degli Stati Uniti nel suo discorso alle Nazioni Unite, mettendo a verbale la sua dichiarazione, "Deve dimettersi".
Sul punto di essere ufficialmente sanzionato dalle Nazioni Unite, il Generale ha annunciato il suo primo viaggio negli Stati Uniti per rispondere alle calunnie e agli insulti che gli vengono rivolti.
"È scandaloso chiamarmi dittatore. Io sono l'indemocraticamente Leader eletto dalla mia gente. In realtà il mio titolo completo è Ammiraglio Generale Aladeen, Supremo Leader, Oculista Capo, Invincibile, Tutto Trionfante, Amato Oppressore della gente di Wadiya…e Ottimo Nuotatore, anche a farfalla. Ho 118 dottorati di ricerca, e un diploma in abbronzatura spray dal Qatar Community College".
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Premiato scrittore/attore/filmmaker, Sacha Baron Cohen ha avuto una vita piena di scontri culturali. Sia nel ruolo del rapper giamaicano/britannico, conduttore di talk-show, che nei panni dell'ingenuo reporter televisivo kazako, o in quelli dell'orgoglioso fashionista austriaco, Baron Cohen è capace di fare umorismo e satira su tutto, attraverso collisioni tra personaggi che spesso hanno punti di vista, e stili di vita, totalmente differenti. La sua stupenda e meritatamente popolare serie televisiva britannica è stata il suo lasciapassare verso il cinema britannico. Il suo seguente e inarrestabile passo ad Hollywood è avvenuto in un film, del regista Larry Charles, che già aveva collaborato con Baron Cohen nella stesura del progetto (e ora, ancora una volta, ne "Il Dittatore"). Sacha Baron Cohen interpreta Aladeen, nominato a sei anni Supremo Leader di Wadiya in seguito alla sfortunata morte del padre è un veemente anti-occintentale.
Tra le tante accuse rivolte ad Aladeen ci sono quelle di ostilità nei confronti delle nazioni vicine. "Io non sono ostile. Il mio paese esiste da oltre sette milioni di anni, da quando i dinosauri sono stati spazzati via dai sionisti. E durante tutto questo tempo non abbiamo mai attaccato altra nazione, a meno che non si trattasse di una vera emergenza o fossimo davvero annoiati. Ma chi se ne importa del passato? Questo è il futuro", sibila attraverso i suoi occhiali da sole Versace.
Per il personaggio dello Zio Tamir, i filmmakers hanno guardato oltre i tradizionali attori comici. Volevano un peso massimo, qualcuno che fosse associato ai grandi drammi e all'intensa recitazione. Tanto che il ruolo è stato affidato a Sir Ben Kingsley.
Kingsley e Baron Cohen si erano già incontrati in precedenza ("Abbiamo avuto scambi", "Amo il tuo lavoro", "Amo le tue scarpe", "E questo genere di cose", scherza Sir Ben). Poi, i due hanno collaborato nell'opera di Martin Scorsese, "Hugo Cabret", approfondendo così il rispetto reciproco che provavano l'un per l'altro. Baron Cohen, Charles e Kingsley si incontrarono più tardi a New York per discutere il nuovo progetto, e trovarono una connessione tremenda tra di loro. Abbiamo parlato del film, e della vita in generale. Se si osservano i differenti personaggi che ci ha donato attraverso gli anni, si scorge la sua capacità di poter fare, virtualmente, qualsiasi cosa. Ma quello che a noi interessava davvero di lui, era che non doveva cercare di essere divertente, ma al contrario serioso, e questo sarebbe risultato davvero divertente. Lui ha abbracciato convinto il progetto", racconta Charles.
Sir Ben Kingsley afferma, "Vorrei tranquillizzare il pubblico che nessun civile è stato leso nella realizzazione di questo film. Nessuna capra e nessun civile. Abbiamo avuto l'opportunità di avere un cast di attori spettacolare, tutti professionisti. Tutto è stato sceneggiato, provato e realizzato, e questo necessitava di un equipaggiamento forse 20, 30 o 40 volte più grande delle squadre che son servite in precedenza, per allestire i suoi raid. Tutto ciò che ne è scaturito è eccitante e altrettanto impegnativo, quanto gli altri progetti, ma in modo differente".
Anche per uno dei migliori attori drammatici del cinema, essere faccia a faccia con Baron Cohen ha rappresentato qualche difficoltà. Kingsley attesta, "L'ovvia sfida per me, a lavoro con Sacha, era cercare di non essere divertente. Non permettere al suo stupendo senso dell'umorismo di contagiarmi, dovevo essere di pietra. Io sono l'uomo retto, ma dovevo essere comunque attento al ritmo comico. È come giocare del grande tennis, io ripasso, con un dritto, la palla a Sacha, che a questo punto può ripassarmela nel suo modo pazzo, e io gli la rimando con un dritto. È proprio da questo contrasto, che speriamo, fuoriesca la dinamica del loro rapporto comico".
Redazione FilmUP.com
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