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07 Dicembre 2010 - Conferenza
"The Green Hornet"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio
Affiancati dal regista Michel Gondry, il protagonista e sceneggiatore Seth Rogen, Cameron Diaz e Christoph Waltz sono approdati a Roma per presentare alla stampa "The Green Hornet", rilettura cinematografica in 3D dell'omonima serie televisiva (in Italia conosciuta con il titolo "Il calabrone verde") che diede negli anni Sessanta notorietà al grandissimo Bruce Lee. Ovviamente, li abbiamo incontrati per un'intervista.
Negli anni Sessanta, "The Green Hornet" fece scoprire al mondo Bruce Lee; il vostro film farà conoscere qualcuno?
Michel Gondry: Dopo questo film, forse diventerò famoso io (ride). In realtà, però, il "The Green Hornet" da cui ho preso ispirazione è l'originale, il programma radiofonico degli anni Trenta, non la serie televisiva con Bruce Lee, perché io sono un amante della radio ed essa lascia spazio alla mia immaginazione.
Avete girato in 3D o 2D?
Michel Gondry: Il film è girato principalmente in 2D, poi abbiamo realizzato anche una parte in 3D.
Cosa è difficile nel fare un film d'azione come questo?
Michel Gondry: In questo film, da un lato abbiamo l'azione, la spettacolarità dinamica e gli effetti speciali, ma in mezzo al lato umano c'è anche quello umoristico; quindi, il difficile è stato proprio combinare i due aspetti.
Per Christoph Waltz, dopo l'Oscar, questo è un altro ruolo da cattivo…
Christoph Waltz: In realtà, io non so nulla della comicità in generale ed ho voluto trasformare questa mia ignoranza in una virtù. Quindi, ho voluto affrontare questo universo, in particolare il cattivo, lavorando con Michel sulla crisi di mezza età.
E come avete lavorato per rimanere in bilico tra odio e umorismo?
Christoph Waltz: Io non cerco l'effetto, ma seguo esattamente quello che è il personaggio, faccio le cose man mano che arrivano da fare. Poi, è Michel che inserisce tutto questo all'interno di un contesto.
Michel Gondry: Tutto ciò è molto vero, ma l'attore, in realtà, lavora lì davanti alla macchina da presa per quello che sarebbe il mondo reale, quindi, all'interno di quel perimetro; il regista, invece, lavora all'esterno. Io non do mai consigli ai miei attori, gli dico solo cosa c'è prima e cosa dopo, per dargli un quadro generale.
E Christoph Waltz pensa di rimanere ormai imprigionato nei ruoli di cattivo?
Christoph Waltz: Quando faccio film, ciò che cerco veramente è una buona parte, evito di dare giudizi sul personaggio, perché ciò rappresenterebbe la fine di un processo.
Quali differenze vi sono tra lo humour presente in questo film e quello che caratterizzò la fonte d'ispirazione?
Michel Gondry: Come già accennato, le fonti d'ispirazione sono state diverse, perché c'era la trasmissione radiofonica, una mini-serie televisiva e i fumetti, poi, ovviamente, Bruce Lee. Per me era molto importante mantenere la parte umoristica e, allo stesso tempo, chiarire che abbiamo un grande rispetto per Bruce Lee, che non avevamo intenzione di emularlo; per questo abbiamo scelto come attore Jay Chou. Come diceva Christoph, è sbagliato giudicare il proprio personaggio, infatti, durante le riprese di uno dei miei primi film, un attore lo fece e venne fuori una performance piatta.
Quindi, per Michel Gondry l'umorismo è una parte fondamentale di questo film…
Seth Rogen: Per me e per il co-sceneggiatore Evan Goldberg ciò è stato importante fin dall'inizio, avevamo già scritto commedie ed eravamo intenzionati a fare un film di supereroi che fosse diverso dagli altri, prendendo ispirazione da pellicole come "True lies", "Prima di mezzanotte" e "Arma letale".
E quali sono le difficoltà del fare il produttore a Hollywood?
Seth Rogen: Devo dire che realizzare questo film è stato potenzialmente difficile, anche perché, fino ad ora, ho fatto film con budget molto più ristretti di quello avuto a disposizione per "The Green Hornet". Sono stato molto fortunato, perché ho fatto film per la Sony e, dal punto di vista creativo, sono molto soddisfatto, in quanto sono riuscito ad unire questi due diversi mondi.
Quindi, la commedia torna anche nella filmografia di Cameron Diaz…
Cameron Diaz: In particolare, ho accettato questo film perché sono una grande ammiratrice sia di Seth che di Michel, quindi, ero sicura che, con loro due coinvolti nel progetto, sarebbe venuto fuori un film di supereroi diverso dagli altri.
Una filmografia che, da "The mask-Da zero a mito" ad oggi, si è molto arricchita…
Cameron Diaz: Devo dire che mi sento molto fortunata, perché ho avuto una carriera varia ed ho avuto l'opportunità di lavorare con registi diversi. Certo, oggi non posso più interpretare i personaggi che facevo a ventitre anni, ma io credo che l'essere umano abbia un'evoluzione e spero che la abbiano anche i ruoli.
Seth sta entrando ora nel mondo delle star, mentre Cameron, magari, comincia ad esserne stanca…
Seth Rogen: In realtà, è difficile da credere, ma io in America sono alquanto popolare (ride). Però mi piace anche venire in Europa, dove nessuno sa chi io sia. Ai tempi della scuola ero spesso oggetto di scherzi da parte dei miei compagni, quindi mi fa piacere oggi essere avvicinato dalle persone senza ricevere un pugno in faccia (ride). E spero che ciò continui.
Cameron Diaz: Io devo dire che faccio i film perché le persone li vadano a vedere e, se li gradiscono, mi fa molto piacere. Credo di fare il miglior mestiere del mondo, sono contenta quando la gente si avvicina a me per dirmi cose carine e gentili; ovviamente, se mi venisse a dire cose meschine e cattive non mi piacerebbe più tanto (ride).
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