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19 Novembre 2005 - Conferenza Stampa
"Hollywood Flies"
Intervista a Fabio Segatori, Bianca Guaccero e Leo Pescarolo.
di Francesco Lomuscio
In occasione dell'uscita nelle sale cinematografiche della sua ultima fatica, Hollywood flies (mosche a Hollywood), il regista Fabio Segatori, accompagnato dall'attrice protagonista Bianca Guaccero e dal produttore Leo Pescarolo, ha incontrato a Roma la stampa.
Fabio, raccontaci un po' la storia di questa tua seconda regia.
Fabio Segatori: Beh, è stata un'esperienza molto interessante, un'esperienza di lavoro all'estero realizzata secondo i canoni di lavoro più nordamericani che nordeuropei. Un'esperienza difficile, ma esaltante, ho lavorato con una troupe di 89 persone e molte macchine da presa; il film è stato girato in inglese, poi doppiato in italiano, in Canada ed in parte negli Stati Uniti, ma abbiamo cercato di creare una certa continuità, per esempio per quanto riguarda la luce, al fine di far credere che fosse sempre la California. Sono molto contento perché il film è uscito negli Stati Uniti giorni fa, ed un mio amico che si trova lì mi ha chiamato per dirmi: 'E' fantastico Fabio, il dvd del tuo film è in tutti i Blockbuster!'".
Come è andato il film negli Stati Uniti?
Fabio Segatori: Posso dirti che qualche mese fa il film è stato venduto in quattordici paesi e negli Stati Uniti è stato stampato in centinaia di migliaia di copie. E' un esperimento per cercare di fare un cinema italiano diverso dal solito; in America, i nostri registi di genere sono conosciutissimi, lo sceneggiatore con cui ho scritto il mio prossimo film li conosce tutti. Hollywood flies l'ho scritto insieme ad Aldo Lado, nostro vecchio regista, un uomo di cinema con cui è un vero piacere lavorare.
Effettivamente, Hollywood flies ricorda certi prodotti di genere degli Anni Ottanta, come, ad esempio, i film di Fabrizio De Angelis. Ti sei ispirato a qualcuno in particolare?
Fabio Segatori: Io negli Anni Ottanta ero tutto Herzog e Tarkovsky, quindi, se ci sono riferimenti ai film che citi, sono del tutto involontari. Diciamo che ho pensato al cinema di genere classico ed al mio maestro Jan de Bont, poi, nel 2001, ho fatto anche un master con Tsui Hark.
Cosa ci dici dell'attore protagonista Antonio Cupo?
Fabio Segatori: Volevo un bel ragazzo, ma non il tipico bello e viscido che ora va' tanto di moda in tv. A Los Angeles ho trovato Antonio Cupo che, poveraccio, se la passava male, in quanto vivevano in tre in una stanza. Sono contento che poi sia stato scelto per fare anche altre cose, tra cui Elisa di Rivombrosa.
E tu Bianca, cosa ci dici di questa esperienza?
Bianca Guaccero: Beh, per me è stata un'altra prima volta, la prima volta in America, in quanto Fabio, oltre a farmi esordire con Terra bruciata, mi ha dato la possibilità di girare un film nella terra che amo, non solo per il cinema, ma anche per il posto stesso.
Fabio Segatori: Bianca è molto bella ed ha talento, cosa che non è molto comune. Ho fatto qui in Italia 800 provini, posso dire di averli fatti ad una generazione di attori, e vi dico, purtroppo, che la gran parte degli attori che si presentano ai provini sono persone che ci provano e che non sono attori. Io sono italiano e difendo gli italiani, però il livello degli attori che si presentano in Canada e negli Stati Uniti è molto più elevato. In questo la televisione alimenta il falso sogno che basta avere bei bicipiti o labbra e seno ben rifatti per poter essere chiamati attori o attrici; è l'esempio sbagliato che si dà ai giovani , con la storia delle veline, del diventare amanti dei calciatori e delle raccomandazioni del politico. Tutto ciò non è vero, io credo nei curriculum e nelle capacità.
Qualche racconto dal set? Ad esempio, Brad Renfro come si comportava?
Bianca Guaccero: Devo dire che Brad con me è stato sempre carino: una volta è venuto in camera ed ha cominciato a suonare la chitarra con il lecca lecca, cantando una canzone sulla madre, ex alcolista. La cosa ci faceva commuovere.
Quanto è costato il film?
Leo Pescarolo: Abbiamo utilizzato un budget di 5.700000 euro.
Fabio Segatori: Ed è stato girato in 37 giorni.
Signor Pescarolo, cosa l'ha spinta a produrre un film di questo tipo, che una volta tanto ci porta finalmente fuori dalle case di Un medico in famiglia o comunque dalle due camere e cucina in cui si è rinchiuso il cinema italiano?
Leo Pescarolo: Non so se lei conosce la storia di Movieweb, la mia società: noi abbiamo avuto una storia burrascosa, in quanto abbiamo prodotto i primi quattro film di Rita Rusic che sono stati una catastrofe e ci hanno fatto perdere circa 20 milioni di euro, quindi, visto che parliamo d'industria cinematografica, l'unica cosa da fare era affrontare industrialmente la cosa e confezionare dei prodotti che avessero un mercato non solo italiano, ma anche estero. Hollywood flies è la mia prima esperienza di questo tipo, ma già ne sto portando avanti altre, e, comunque, l'ho detto a Berlino e lo ripeto qua, per una produzione italiana fare dei grossi investimenti significa solamente poter girare in inglese ed andare sul mercato estero, non ci sono altre soluzioni, questa è la mia opinione.
Fabio, a cosa vuoi arrivare in futuro?
Fabio Segatori: Onestamente non mi muovo in modo programmatico, le cose nascono di progetto in progetto. Ti posso soltanto dire che il mio prossimo lavoro sarà più spettacolare e più cruento, s'intitolerà Radici scure e sarà un incubo al femminile sulla gravidanza. Diciamo che sto cercando di mettere insieme Rosemary's baby e Un tranquillo week-end di paura; ovviamente ciò è volto anche ad attirare l'attenzione degli americani ed ora sto aspettando proprio la risposta di un noto attore americano, ma, per scaramanzia, non vi dico chi.
E tu Bianca?
Bianca Guaccero: Beh, ora sto girando la fiction Capri, dove sarò la cattivona (ride)!
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