07 Luglio 2008 - Conferenza stampa
"Agente Smart - Casino totale"
Intervista al regista e al cast.
di Andrea D'Addio

Nessuna domanda che riguardi il suo ormai storico (quattro anni assieme) ex fidanzato Raffaele Follieri, l'imprenditore pugliese da poco arrestato per truffa negli States quasi in concomitanza con l'abbandono della fidanzata. Questa la prima indicazione (come vedremo non rispettata) data ai giornalisti italiani che hanno presenziato la conferenza stampa di presentazione italiana di Agente Smart, di cui Anne Hathaway è coprotagonista assieme a Steve Carell, anche lui venuto nella Capitale. La seconda indicazione del tipo "non dire" riguarda Dwayne Johson: non lo si può chiamare The Rock, e cioè come quando calpestava i quadrati del wrestling. Il solo vederlo entrare in sala, una montagna rispetto a Steve Carell, non induce alla trasgressione del consiglio: lo continueremo a chiamare The Rock solo tra amici, qui sul sito o quando lo sapremo occupato a far qualcosa che gli faccia passare la voglia di venirci a cercare. Oggi lui è Dwayne Johnson e basta, poco importa che chiamato così in pochi capiscano chi sia. Oltre al cast è presente anche Peter Segal, il regista.


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Nel film ci sono parecchi legami con l'attualità: l'idea del film nasce anche da un desiderio di dare una propria lettura alla politica americana di oggigiorno?
Steve Carell: Non credo che il film sostenga un preciso punto di vista politico e sociale. Il suo obiettivo principale intrattenere, facendo anche un po' di satira.
Peter Segal: Quando ho deciso di girare il film mi chiedevano se pensassi la storia fosse ancora attuale. Io ho sempre pensato di sì. E' strano e difficile, ma anche sugli atteggiamenti del pre e del post 11 settembre, si può ironizzare. Basti pensare all'incapacità, ad esempio, di Cia e Fbi, di scambiarsi informazioni, così come succedeva durante la guerra fredda. In questo senso siamo riusciti a riprendere parte della comicità della serie televisiva originale. Ad ogni modo abbiamo avuto molte munizioni per attualizzare la vicenda e far divertire le generazioni più giovani.

Il peso della mitica serie televisiva…
Steve Carell: Quando mi è capitato di parlare del film, sia che io fossi in Australia o in Messico, la gente mi ha fatto capire quanto amasse il personaggio. Interpretarlo era un compito che intimoriva, ma come avevo fatto per The Office, ho deciso di non imitare Don Adams, ma di rendergli omaggio, prendendo l'essenza del suo personaggio e reinterpretandolo a modo mio. Per me Smart non è un idiota, ma una spia sicura di sé, che, pur non utilizzando le strade più consone, riesce sempre a finire il suo lavoro. E' molto più di quanto riescono a fare nella vita tanti di noi.
Peter Segal: E' stata una sfida, ma per fortuna è andata bene. La gioia più grande sono stati i complimenti di Mel Brooks e Buck Henry.

Vita da set…
Steve Carell: Al provino appena ho guardato Anne negli occhi, ho capito che Agente 99 non poteva essere che lei. E' così gentile, dolce, intelligente e così in pochissimo tempo siamo diventati veri amici e la lavorazione con lei è stata un piacere
Anne Hathaway: E' successo più volte che avessi dei dubbi riguardo la mia capacità di improvvisare sul set così sono andata da lui a confidarmi. Steve mi ha ascoltato ed aiutato come pochi avrebbero fatto. Per il resto, questo film ha segnato il mio debutto nel genere action. Già durante le riprese mi rendevo conto di quanto fossimo impresentabili, nei ruoli di eroi, sia io che Steve, ma con l'aiuto delle controfigure e dell'intero team, che ci ha sostenuto e soprattutto istruito, siamo riusciti a girare una parte considerevole delle scene d'azione. Logicamente la cosa che mi riusciva meglio era cadere. Alla fine considero comunque Agente Smart una sfida vinta
Dwayne Johnson: Devo dire che nella vita privata sono faticoso e difficile, ma questo set è stato uno spasso: l'unica difficoltà era non scoppiare a ridere in continuazione.

Il rapporto con la moda della protagonista del Diavolo veste Prada…
Anne Hathaway: Mi piace il glamour eccentrico, ma adatto la moda in chiave personale, l'eccesso di eleganza rende noiosi.

(Ed eccoci alla domanda fatidica, quella della serie: mi serve un titolo per il giornale e non me ne frega nulla del fatto che se risponde, lo stesso titolo lo avranno altre 100 riviste, e se non risponde nessuno mi vorrà più ad una conferenza stampa con attori americani dalla vita sentimentale di dominio pubblico, insomma: tutti)

Signorina Hathaway, (rullo di tamburi…) è stata dolorosa la separazione dal suo fidanzato?
Steve Carell: In qualità di suo agente personale vi dico che la signorina Hathaway non intende rispondere a questa domanda.

(Domanda quindi sprecata, almeno però si è apprezzata la prontezza di battuta di Carell)

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