Funny Games

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Funny Games

IL REMAKE

Michael Haneke riprende qui l'esplorazione dei rapporti tra media e violenza, iniziata nel 1997 con il primo Funny Games.
Già nella sua Trilogia - Le Septième Continent (1989), 71 frammenti di una cronologia del caso (1994) e, ancor di più, Benny's video (1992) - Michael Haneke denunciava l'impatto della rappresentazione della violenza ad opera dei media.

Funny Games sovverte il genere: da una parte permette al pubblico di assistere a differenti manifestazioni di questa violenza; dall'altra (e soprattutto), alternando l'emozione e la riflessione, forza lo spettatore a interrogarsi sul proprio ruolo, se non addirittura sulla propria complicità.

"Cerco di mostrare la violenza per come essa è davvero: una cosa difficile da mandar giù. Voglio mostrare la realtà della violenza, il dolore, le ferite inflitte da un essere umano a un altro. Uscendo da una proiezione del film, un amico giornalista mi ha detto: "questo film adesso ha trovato il suo vero posto". Ha ragione, quando nei primi anni Novanta ho iniziato a pensare al primo Funny Games, pensavo soprattutto al pubblico americano. Reagivo a un certo tipo di cinema americano, alla sua violenza, al suo essere naif, al modo in cui gioca con gli esseri umani. In molti film americani la violenza è diventata un prodotto di consumo. Tuttavia, poiché era un film in lingua straniera e poiché gli attori erano sconosciuti in America, il film originale non ha raggiunto il suo pubblico.
Quando nel 2005 il produttore inglese Chris Coen mi ha suggerito di rifarlo in inglese, ho accettato… a condizione che Naomi Watts fosse la protagonista! Per me la pura incarnazione del personaggio"



IL REMAKE DI FUNNY GAMES ERA UNA SFIDA PERSONALE…

Il regista Michael Haneke ha affermato che: "All'inizio ho deciso di rifare Funny Games negli Stati Uniti, in inglese, soprattutto grazie all'idea di un produttore. Ci ho pensato e mi sono detto che una versione in inglese era forse il modo migliore di raggiungere l'obiettivo che mi ero dato dieci anni prima. Il primo film non aveva raggiunto il pubblico cui era destinato, ovvero il pubblico anglofono, che è quello che consuma di più la violenza al cinema. Purtroppo, però, la lingua tedesca è stata un ostacolo per il successo del film in America, dove era stato distribuito solo nel circuito di sale d'essai.
In seguito ho ricevuto altre richieste di remake: per Niente da nascondere, che ha avuto un buon riscontro in America e, per quanto possa sembrare stupefacente, anche per Il Settimo Continente. Non è stato ancora deciso nulla, ma Ron Howard ha già un'opzione su Niente da nascondere."

La particolarità di questo remake, nata da un'idea dello stesso regista, sta principalmente nel fatto che si tratta di un remake scena per scena, in cui l'unica cosa a cambiare sono gli attori. Una sfida personale per il regista che si chiedeva se sarebbe stato in grado di rifare il film in circostanze diverse.

Insomma, come ha ammesso lo stesso Haneke, il regista si è divertito a ricreare qualcosa che fosse il più identico possibile a una cosa già esistente.

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