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"PIANETA ROSSO"
siamo andati a vederlo, in anteprima, per voi.
Resoconto del nostro inviato Valerio Salvi |
Diario del "Visionario"
(martedì 09 Gennaio 2001)
Fantascienza, evviva! Certo l'ultima volta che ho visto Marte non è andata un granché bene (Mission to Mars), ma non bisogna essere prevenuti, infatti la recrudescenza di questi ultimi anni sulle tematiche fantascientifiche non può che far bene al cinema.
I mezzi, economici, non mancano, anche perché le tute della missione spaziale sembrano quelle dei piloti di formula uno, ovvero sono tappezzate da badges di sponsor vari; tra l'altro lo si vorrebbe far passare come un evento legato alla fiction (la missione su Marte viene effettivamente sponsorizzata), ma in realtà è un bieco trucco commerciale (si propongono 20 nerbate punitive ai produttori). Tale dispendio di energie ha ovviamente contribuito ad un film sicuramente eccellente sotto il profilo tecnico. Le scene ambientate nello spazio, come anche le astronavi e le strutture sono veramente belle, ispirate decisamente ad un design stile "2001 Odissea nello Spazio".
Grande attenzione al realismo, su tutto la sequenza con cui viene estinto l'incendio a bordo dell'astronave.
Gli attori, tutti di ottimo livello, sono perfettamente a loro agio nei loro ruoli e ci fa sicuramente piacere rivedere Carrie-Ann Moss dopo il suo ruolo in "Matrix". E veniamo quindi alla nota dolente: la trama. Temi triti e ritriti: ecologia, natura che si ribella ai condizionamenti umani, tendenza autodistruttiva dell'uomo che crea strumenti di guerra, storia d'amore scontata. Capisco che il cocktail di un film è composto, più o meno, sempre dai soliti ingredienti, ma è pur vero che li si può miscelare in maniera decisamente più accattivante.
Per capire chi morirà e chi sopravviverà occorrono circa dieci minuti (aiutativi con il poster del film), per realizzare chi godrà delle "grazie" del comandante della missione ne bastano sette, per stabilire l'esito finale del film non occorre aver seguito il corso di laurea "Cinema Moderno e Finali Alternativi nel Panorama Mondiale". Resta simpatica l'idea della voce narrante fuori campo, stile diario di bordo, che mi ricorda il Capitano James Tiberius Kirk di trekiana memoria.
La chicca: Il robot AMEE non è un modellino, ma è stato completamente realizzato in computer-graphic. Incredibile la fluidità di movimento ed il realismo con cui interagisce con gli attori. Unico appunto le movenze un pò troppo alla Bruce Lee.
Indicazioni: Cultori della fantascienza ed amanti del film d'azione.
Valerio Salvi
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