Oltre il limite    "OLTRE IL LIMITE"
siamo andati a vederlo, in anteprima, per voi.

Resoconto del nostro inviato Valerio Salvi

Diario del "Visionario"
(Lunedì 10 Aprile 2000)

Stavolta siamo in "notturna"; alle 21 inizierà "Oltre il Limite", titolo originale "If...Dog...Rabbit", che poi non è ben chiaro cos'abbia a che fare con il titolo italiano.

A questo proposito mi viene in mente un classico della "traduzione sagace": uno dei film della serie di James Bond: "007 - Licenza di Uccidere", con Sean Connery, aveva come titolo originale "Dr. No". Praticamente identico!!! L'assurdo è stato raggiunto alla fine degli anni '80. Per un altro film della serie: "Licence to Kill" (protagonista Thimoty Dalton) ma... ma... ma... noi l'abbiamo già usato. Panico! A questo punto una mente illuminata si è fatta avanti e ha deciso: lo distribuiremo con il titolo "Vendetta Privata" (tanto gli italiani non sanno l'inglese). Fantastico!

Ma torniamo a noi. Anche oggi piove. Ora a Roma negli ultimi 20 giorni è piovuto 2 volte e in ambedue i casi c'era un'anteprima della CDI, peraltro di un film in cui, teoricamente, si piange (Amori Sospesi). Un segno?, Una potente organizzazione? Piangeremo di Nuovo? Mah!? Comunque mi reco alla "visione".

Dato che è sera siamo parecchi, anche perché molti hanno pensato: "mi porto un amico/a". L'ho fatto anch'io, ma... ho trovato il petrolio (che comunque visto il caro benzina...).

Il film parte in modo molto classico, 2 minuti di titoli di testa con scritte azzurre su fondo nero. Niente prologo, niente montaggi con nomi che scorrono sopra le immagini, ecc. Si tratta della prima prova da regista di Matthew Modine, già autore di alcuni cortometraggi di discreto successo, almeno di critica, presentati al Sundance Festival. Peraltro essendo anche l'autore della sceneggiatura, nonché uno dei protagonisti, lo troviamo particolarmente a suo agio durante tutta la narrazione.

Appena inizia il film sentiamo il trillo di un cellulare. Ora c'è chi potrebbe pensare che soltanto uno zotico cafone userebbe il telefonino al cinema, e chi va a vedere un'anteprima non dovrebbe rientrare nella categoria. Errore! Abbiamo tutti potuto apprezzare la conversazione del "tipino", seguita da un'altra telefonata per sistemare gli appuntamenti.

Al termine appare chiaro il seguente concetto: "Non si sfugge al proprio destino"! Johnnie Cooper (Matthew Modine - Birdy, Full Metal Jacket, America Oggi) è un rapinatore in libertà sulla parola. Dopo 3 anni di carcere, scontati a causa di una rapina durante la quale il padre, suo complice, lo fa catturare abbandonandolo sul posto, vorrebbe una vita "normale" e "tranquilla". L'ambiente familiare non lo aiuta: il fratello è un irresponsabile totale (Kevin O'Connor - Demoni e Dei, La Mummia) e il padre un egoista irrecuperabile (John Hurt - Alien, Rob Roy). Johnnie viene travolto dagli eventi e rientra nel mondo che voleva lasciare, succube, soprattutto, di una dipendenza affettiva nei confronti del fratello. Coinvolto da quest'ultimo in una rissa da bar, con tanto di cadavere, decide di scappare in Messico, anche per fuggire al suo agente di sorveglianza (David Keith - Ufficiale e Gentiluomo) che il fratello ha aggredito convinto che volesse rimandare Johnnie in prigione.

In Messico conosce Cesar (Carlos Palomino - Geronimo) che gli propone un grosso colpo. Allettato dall'idea, soprattutto perché è ormai convinto che non possa più avere la vita che sognava, e persuaso da un "mea culpa" del padre, che lo aveva abbandonato durante la rapina che gli era costata la prigione, decide di partecipare. Jamie coinvolge nell'operazione anche la sua ragazza Judy (Lisa Marie - Il Mistero di Sleepy Hollow, Mars Attack) che però non brilla certo per intelligenza.
Ovviamente le cose non vanno come previsto. Il gruppo viene casualmente scoperto, proprio a causa di Judy, dalla banda di messicani con cui Johnnie e Jamie hanno avuto la rissa nel bar. Scoppia un conflitto a fuoco durante la fuga e la polizia accorre sul luogo. Jamie, Judy e Cesar rimangono uccisi e Johnnie fugge verso l'appuntamento con il padre che lo aspetta in barca per lasciare il Messico.
Ma la storia si ripete, inseguito dalla polizia Johnnie arriva all'appuntamento solo per vedere la barca con il padre che si allontana.

La trama del film non è certo un esempio di originalità, ed il finale, con la morte della maggior parte protagonisti e l'ineluttabilità del destino ha un sapore tipicamente shakespiriano. I dialoghi ed il taglio dell'inquadratura ricordano, in un certo qual modo il Clint Eastwood de Gli Spietati: sguardi profondi, poche parole a volte anche inutili e prospettive diagonali.
Nel complesso una discreta produzione che lascia ben sperare per il futuro registico di Matthew Modine.
Sicuramente di rilievo la recitazione di Kevin O' Connor che riesce a dipingere un personaggio stupido e schizofrenico senza ricalcare il clichet di tanti psicopatici del grande schermo. Un'ultima considerazione: è quasi incredibile che ancora oggi esista gente così stupida e con una mentalità tanto ottusa e autodistruttiva, come quella dei protagonisti.

Chicca: tutti i giovani protagonisti hanno un nome che inizia per "J".

Indicazioni:
Per gli appassionati del cinema realistico americano che comunque non cercano il capolavoro a tutti i costi.

  
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